Trapianto di fegato con stampa 3D. A eseguire l’eccezionale intervento l’ospedale Niguarda di Milano grazie all’équipe dei trapianti, guidata da Luciano De Carlis. Il team ha usufruito di un clone in 3D per prepararsi alla delicata operazione. In questo modo ha potuto mettere a punto in anticipo anche la migliore strategia chirurgica. Il gruppo di lavoro ha infatti potuto toccare e guardare l’esatta ricostruzione anatomica in 3D del fegato da trapiantare. Il trapianto di fegato resta la migliore terapia in caso di cancro alla più grande ghiandola del corpo umano.
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Trapianto di fegato con stampa 3D: l’utilità di avere un clone perfetto della ghiandola da trapiantare
Il trapianto è stato da donatore vivente. Un figlio ha donato metà del suo fegato al padre. Il modello in 3D dell’organo del donatore è stato stampato con un gel biosimilare che mima la consistenza dei tessuti biologici. La ricostruzione è stata fatta in scala 1:1 con identico peso dell’organo e anatomia dei vasi e delle strutture fedele al 100 per cento. In pratica un clone perfetto della ghiandola del figlio, costruito incrociando i dati della risonanza magnetica e della TC del fegato del donatore.
Il ruolo di Printmed-3d
L’eccezionale intervento ha visto la collaborazione di “Printmed-3d”, il primo Centro di competenza lombardo di stampa 3D e realtà virtuale per la medicina personalizzata. Questo progetto ha l’obiettivo di creare un’infrastruttura per lo sviluppo di soluzioni per la medicina personalizzata e la formazione specialistica. È coordinato dall’Università degli Studi di Milano, in particolare dal Dipartimento di Fisica, dal Centro Interdisciplinare Materiali e Interfacce Nanostrutturati e dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Trapianto di fegato con stampa 3D: quando è possibile
Si può utilizzare questa tecnologia, quando il trapianto sia programmabile, come nel caso della donazione da vivente. Questo tipo di donazione, che sfrutta la rigenerazione del fegato, è una via percorribile in casi speciali anche per abbreviare i tempi d’attesa per un organo. Dal 2001 a oggi all’ospedale Niguarda sono stati portati a termine oltre 110 trapianti di fegato da vivente. Dal 1985 le equipe mediche dell’ospedale milanese hanno superato i 2.300 interventi in totale, uno dei massimi risultati a livello nazionale.
“Serviva un organo in tempi rapidi, così entrambi i figli del paziente si sono proposti per la donazione. In questi casi si asporta circa la metà del fegato, utile per il trapianto”. Luciano De Carlis è Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti. “Sono stati stampati gli organi di entrambi. Solo così ci si è resi conto che uno dei due presentava un’anomalia che probabilmente avrebbe impedito la buona riuscita dell’intervento. Così si è optato per il secondo”.
Come ci si è preparati all’intervento di trapianto
“La possibilità di avere a disposizione sia il modello 3D dell’organo, sia l’estratto dell’albero circolatorio dei vasi irroranti e delle vie biliari è stato di grande utilità. Non solo per le fasi preparatorie dell’intervento ma anche come riscontro in più durante l’intervento, che richiede procedure molto delicate di isolamento dei vasi sanguigni e delle vie biliari dell’organo da prelevare. Avere a portata di mano la ricostruzione in scala 1:1 dell’organo durante l’intervento per osservare i riferimenti anatomici, riprodotti fedelmente, ha facilitato le diverse fasi del prelievo”.
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