Inquinamento, fumo, radiazioni e pesticidi sono fattori di rischio che possono influenzare il corretto funzionamento della tiroide. Vivere in un ambiente sano e incontaminato fa bene a tutto l’organismo e previene il rischio di contrarre ipotiroidismo e tumore della tiroide, malattie in forte aumento nei paesi industrializzati. Abbiamo approfondito il legame tra ambiente e patologie tiroidee con l’esperto di Ok Massimiliano Andrioli, direttore del centro medico EndocrinologiaOggi di Roma (puoi chiedergli un consulto qui).
Patologie tiroidee: qual è la diffusione a livello mondiale?
Dal punto di vista epidemiologico la fotografia delle patologie più comuni a carico della tiroide ritrae una prevalenza diversa nei paesi industrializzati e in quelli sottosviluppati. Nei primi le patologie più frequenti sono l’ipotiroidismo da tiroidite cronica di Hashimoto. Nei paesi sottosviluppati, come ad esempio in Africa, dove la carenza iodica è endemica, la patologia più frequente è il gozzo multinodulare: la tiroide s’ingrossa per assimilare più quantità di iodio possibile.
Nei paesi occidentali, dove la profilassi iodica è consolidata e l’uso del sale iodato è entrato a far parte dello stile di vita di molte famiglie, l’incidenza del tumore tiroideo, in particolare il carcinoma papillare, una delle forme meno aggressive, è la patologia più frequente.
L’ambiente può influenzare il funzionamento della tiroide?
Le cause che determinano una patologia a carico della tiroide come l’ipotiroidismo autoimmune di Hashimoto e il carcinoma papillare sono multifattoriali. Prima di tutto c’è una predisposizione genetica e famigliare, che si somma a fattori endogeni, cioè legati alla persona come l’obesità, l’insulino resistenza e l’aumento del TSH (l’ormone ipofisario che stimola la tiroide).
Poi ci sono i cosiddetti fattori esogeni e in questo caso parliamo di ambiente. Gli studi che dimostrano una correlazione tra patologie della tiroide e ambiente sono ancora pochi, c’è ancora molto da scoprire, ma i segnali che lasciano presagire che questa relazione sia evidente sono numerosi. In Italia un gruppo di ricercatori siciliani ha preso in esame la popolazione che vive nei pressi dell’Etna e in alcune zone industrializzate ed ha scoperto che i valori delle sostanze inquinanti e l’incidenza di carcinoma papillare era superiore rispetto ad altre aree non inquinate della stessa regione.
Quali sono le sostanze inquinanti responsabili di questi disturbi?
I nitrati che sono sostante inquinanti presenti soprattutto nelle acque dei fiumi che scorrono vicino ad aree industriali e il perclorato. I pesticidi come i diserbanti. I tiocianati che sono sostanze inquinanti che hanno la capacità di inibire la captazione dello iodio. I tiocianati sono presenti anche nelle crucifere e nelle brassicacee (cavolfiore, cavoli e broccoli) e oltre agli effetti benefici sull’organismo, possono però limitare l’assorbimento dello iodio se consumati in grandi quantità e per lunghi periodi di tempo.
I fumatori sono più esposti all’ipotiroidismo?
Anche il fumo di sigaretta, passivo e attivo, è un inquinante e come tale può determinare, in chi è predisposto, un abbassamento dei valori dell’ormone tiroideo nei fumatori.
C’è infine una correlazione tra l’esposizione a radiazioni e a traccianti radioattivi, come ad esempio lo iodio 131, sostanza radioattiva, impiegata in ambito medico e farmacologico.
L’alimentazione può essere tra i fattori di rischio?
Alcuni cibi possono entrare in contatto con agenti inquinanti come i nitrati e i perclorati presenti nelle acque dei fiumi tramite irrigazione.
Non può essere nemmeno esclusa una relazione tra estrogeni e alcune patologie a carico della tiroide. Ci sono alimenti non controllati che contengono, a nostra insaputa, quantità tali di estrogeni che possono interferire con i livelli di ormoni tiroidei. Il consumo protratto nel tempo di alimenti “inquinati” può predisporre al malfunzionamento della tiroide.
In Etiopia, per esempio, la popolazione ha una dieta povera, a base di Teff, una qualità di grano ricco di sostanze gozzigene. Questo tipo di regime alimentare, associato a una totale assenza di iodio, determina un’elevata predisposizione all’insorgenza del gozzo, patologia molto diffusa in tutta l’Africa. Nel caso specifico dell’Etiopia è indubbio quanto la dieta peggiori un quadro generico e ambientale già a rischio.
Eliana Canova
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