Di plasma iper immune se ne parla ormai da diversi mesi e sperimentazioni sono partite già nella primavera scorsa in molti ospedali in giro per il mondo. Quando si parla di plasma iper immune s’intende il plasma dei pazienti che sono guariti dal Covid-19 e che contiene gli anticorpi sviluppati durante il periodo di contagio del virus. Non tutti i pazienti hanno sviluppato il numero idoneo di anticorpi.
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Terapia con il plasma iper immune: in cosa consiste?
Le terapie a base di plasma iperimmune sono utilizzate da secoli. Anche per quanto riguarda la pandemia di Covid diversi medici hanno usato il plasma per curare alcuni pazienti. Il problema è che nonostante si impieghi da moltissimi anni non c’erano studi clinici su questo argomento. Ci si limitava a studi osservazionali e statistici, che però non sono sufficienti a fare in modo che una terapia entri negli ospedali. Ora sono state svolte due ricerche randomizzate, quindi confrontando tutti i dati con un gruppo di controllo, che hanno spento le speranze di molti.
La ricerca argentina sostiene che non ci siano differenze
La più recente arriva dall’ospedale italiano di Buenos Aires, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. I ricercatori hanno analizzato i dati di 333 pazienti ricoverati con una grave polmonite causata da Covid con una saturazione di ossigeno inferiore al 93 per cento. L’età media era di 62 anni. La maggior parte di loro era uomo e aveva altre malattie. Il team di ricerca ha diviso i pazienti in due gruppi. Il primo gruppo, composto da 228 persone, ha seguito una terapia a base di plasma iper immune. Il secondo gruppo contava 105 persone e ha assunto un placebo. Tutti i pazienti hanno assunto antivirali. Passati 30 giorni, i ricercatori hanno confrontato i risultati, scoprendo che non c’erano differenze sostanziali. Il tasso di mortalità era praticamente identico: l’11% per chi aveva seguito la terapia a base di plasma e 11,4% per chi aveva preso il placebo.
La ricerca indiana
Già il mese scorso un altro studio, questa volta pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal, era arrivato alle stessi conclusioni. I ricercatori hanno messo sotto osservazione 464 pazienti di Covid 19 di gravità moderata. Lo studio era sempre randomizzato. Quindi anche in questo caso il team di ricerca ha diviso i partecipanti in due gruppi, assegnando al secondo un trattamento standard per la malattia. Dopo 28 giorni i ricercatori hanno evidenziato che i sintomi erano peggiorati nel 19% dei pazienti trattati con il plasma e nel 18% del gruppo di controllo. Va detto però che in questa ricerca il gruppo di ricerca aveva aspettato una settimana a usare il plasma. La velocità di somministrazione del plasma iperimmune e la non eccessiva gravità dei pazienti invece sembra giocare un ruolo importante.
Terapia con il plasma iper immune: grande attesa per i risultati della ricerca italiana
Ora si attendono i risultati di uno studio italiano in corso all’ospedale San Matteo di Pavia. L’obiettivo della ricerca italiana è quello di stilare le linee guida su quale sia la dose migliore di anticorpi contenuta nel plasma e quando sia meglio fare l’infusione. La ricerca è particolarmente attesa perché ha analizzato 50.0000 pazienti in tutto il mondo.