C’è un legame tra solitudine e Parkinson? O meglio, la solitudine è un fattore di rischio per Parkinson? A leggere i risultati di uno studio americano la risposta è sì. Ma c’è di più. Essere soli innalza le probabilità di sviluppare questa malattia neurodegenerativa, anche senza altri fattori di rischio.
La ricerca è di quelle importanti. Gli esperti del Florida State University College of Medicine di Tallahassee negli Stati Uniti hanno analizzato i dati di quasi mezzo milione di persone. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Jama Neurology.
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Solitudine fattore di rischio per molte malattie
Diverse evidenze scientifiche dimostrano sempre di più che l’impatto della solitudine sulla salute sia particolarmente significativo. Solo nel mese di maggio le autorità sanitarie degli Stati Uniti l’avevano bollata come epidemia. Altri studi parlano del rapporto con la salute del cuore. La Società americana degli Psicologi aveva invece ricordato come la solitudine uccida più dell’obesità. Essere e sentirsi soli è anche tra i fattori di rischio di un’altra malattia neurodegenerativa come quella di Alzheimer.
Quasi mezzo milione di persone messe sotto osservazione per capire se esista un legame tra solitudine e Parkinson
Quello della Florida State University è la prima ricerca in assoluto che si concentra sul legame tra solitudine e malattia di Parkinson. I ricercatori hanno attinto ai dati della Biobanca britannica. Si tratta di un database con le informazioni sulla salute di centinaia di migliaia di cittadini del Regno Unito che sono monitorati per anni.
Legame tra solitudine e Parkinson: il rischio cresce di quasi 40 punti percentuali
Trascorsi quindici anni dall’inizio dello studio, su 491.603 partecipanti, 2.822 hanno sviluppato il Parkinson. Incrociando i dati, gli esperti hanno scoperto che chi ammetteva di sentirsi solo aveva un rischio di sviluppare la malattia superiore del 37 per cento.
Quali sono gli altri fattori di rischio di Parkinson?
Questo valore resta identico anche se si tiene conto degli altri fattori di rischio di Parkinson, come:
- età,
- fumo di sigaretta,
- vita sedentaria,
- sovrappeso o obesità,
- diabete,
- un episodio di ictus,
- malattie cardiovascolare,
- depressione,
- ansia,
- familiarità,
- situazione socio-economica.
L’età media di esordio della malattia è intorno ai 60 anni. Nel 5% dei casi i pazienti invece sono decisamente più giovani, addirittura ventenni. Prima di questa età è estremamente rara. Sopra i 60 anni colpisce 1-2% della popolazione, mentre la percentuale sale al 3-5% quando l’età è superiore agli 85.