La stitichezza cronica è un disturbo che può essere generato da persistenti stili di vita errati, come:
- la totale assenza di fibre all’interno della dieta,
- un apporto non adeguato di liquidi,
- patologie associate a un rallentamento della motilità gastrointestinale, come la sindrome del colon irritabile, la diverticolosi, l’ipotiroidismo, l’anoressia, la malattia di Parkinson e il diabete.
Anche alcuni farmaci possono rallentare il transito delle feci nell’intestino, dando origine a fenomeni di stipsi continua, come ad esempio:
- gli antistaminici,
- gli ansiolitici,
- gli antidepressivi,
- gli ipertensivi,
- gli integratori di calcio.
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Stitichezza: tutti i lassativi disponibili
Prima di ricorrere alle purghe, lo specialista cerca sempre di educare la persona stitica, correggendone le abitudini alimentari e i comportamenti alla toilette, ma queste raccomandazioni non sempre sono sufficienti per «svegliare» l’intestino. In questi casi il medico può optare per i lassativi, presenti in commercio con caratteristiche e modalità d’azione differenti. Poiché la varietà di scelta è molto ampia, è fondamentale affidarsi a uno specialista, che è in grado di prescrivere il farmaco più conforme al tipo di costipazione: se si punta sul fai da te, infatti, si rischia solo di ottenere effetti indesiderati.
Lassativi di massa
Quando riscontra una carenza di fibre nella dieta della persona stitica e non è possibile reintegrarle con la sola alimentazione, lo specialista può prescrivere un lassativo di massa. Si tratta di un farmaco composto da fibre vegetali (come i semi di psillio, i semi di lino, la gomma di guar, l’agar agar) o altre sostanze indigeribili (come la metilcellulosa).
«Queste purghe sono costituite da molecole che non sono assimilabili dagli enzimi responsabili della digestione. Sono quindi in grado di raggiungere inalterate l’intestino. Se assunte con abbondante acqua, sono in grado di formare una sorta di gel che aumenta il volume delle feci e contemporaneamente le ammorbidisce», spiega il gastroenterologo Tino Casetti. «Poiché l’intestino è stato riempito, questa massa funge da stimolo per l’espulsione stessa e favorisce l’evacuazione».
Lassativi emollienti
Se a causa di alterazioni neuromuscolari il colon continua a sottrarre acqua, le feci diventano dure e secche e faticano a scivolare verso l’esterno. In questo caso il problema non è l’assenza di fibre ma il transito rallentato, che impedisce di evacuare serenamente e con facilità.
«Per queste forme di stitichezza, riscontrabili attraverso dei piccoli marcatori e un esame radiologico dell’addome, sono particolarmente indicati i lassativi emollienti, che lubrificano la massa fecale, facilitandone il transito intestinale». «Generalmente si usa l’olio di vaselina, sotto forma di compresse orali o supposte». Tale sostanza è utilissima per dare un taglio a questo tipo di costipazione. È però meglio non assumerla con continuità. A lungo andare, infatti, interferisce con l’assorbimento di vitamina D, vitamina E, vitamina A e acidi grassi essenziali per l’organismo.
Stitichezza: i lassativi osmotici
Spesso, quando le cause della stipsi sono sconosciute ma è necessario comunque provvedere a una «pulizia» intestinale, possono venire in aiuto i lassativi osmotici. «Introdotti nel lume intestinale, non vengono assorbiti, ma, anzi, richiamano abbondanti quantità di acqua nell’intestino».
«Questo liquido rende le feci molto più morbide, in grado di transitare con facilità, e stimola la persona ad andare di corpo. È sicuramente uno dei purganti più efficaci, perché consente di svuotare rapidamente la pancia». In questa categoria rientrano:
- il lattulosio,
- il sorbitolo,
- la glicerina,
- il solfato,
- il fosfato di magnesio «che, se assunti in eccesso, possono però causare disturbi renali.
Per questo motivo, sarebbe meglio che le persone affette da patologie legate ai reni, ma anche i bambini e gli anziani, non li assumessero».
Lassativi stimolanti
Esistono, infine, dei lassativi che agiscono sull’innervazione della parete intestinale. Sollecitano la peristalsi, cioè il movimento responsabile dell’evacuazione. Si tratta dei cosiddetti stimolanti, che possono essere sostanze naturali come la senna, la cascara, l’aloe e il rabarbaro, o di origine sintetica come il bisacodile. In ogni caso, vanno assunti con estrema moderazione, perché a lungo termine possono causare diarrea con crampi addominali e coliti.