La sindrome di Crigler-Najjar (CNS) è una malattia per cui non viene prodotto un enzima (glicuronil-transferasi) che permette la trasformazione della bilirubina in un prodotto eliminabile tramite feci e urine. Ne consegue la comparsa di ittero, cioè colorazione gialla della pelle, a causa dell’accumulo di bilirubina nel sangue e nei tessuti. La bilirubina diventa tossica per il sistema nervoso centrale se supera determinate concentrazioni nel sangue, con conseguente danno al cervello e comparsa di paralisi cerebrale, convulsioni, deterioramento della motilità, sordità e anche morte.
Esistono due tipi di CNS:
- tipo 1 con difetto totale dell’enzima (forma grave)
- tipo 2 con difetto parziale (meno grave, con livelli di bilirubina più bassi).
Si tratta di una malattia estremamente rara (un caso ogni uno-due milioni di persone). Flavio Ronchi, specialista in pediatra, direttore scientifico di CIAMI APS (Associazione italiana di persone affette dalla sindrome di Crigler-Najjar), spiega meglio di cosa si tratta.
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Cause
È una malattia ereditaria, geneticamente determinata, trasmessa da due genitori entrambi portatori sani del difetto genetico che riguarda il gene UGT1A1 presente nelle cellule del fegato.
Sintomi della sindrome di Crigler-Najjar
I sintomi della sindrome di Crigler-Najjar sono:
- Ittero: compare nei primi giorni di vita e non regredisce spontaneamente. L’incremento della bilirubina nel neonato può essere molto rapido e raggiungere in pochi giorni valori tossici per il cervello, con comparsa di kernicterus, ossia il danno neurologico nel neonato con conseguente paralisi cerebrale. Tale evento era spesso letale, finché all’inizio degli anni 60 si è scoperto che la fototerapia era in grado di favorire lo smaltimento della bilirubina attraverso la cute. È un sintomo visibile per il colore giallastro della cute e delle sclere degli occhi
- Stanchezza fisica e mentale
- Facile esauribilità allo sforzo fisico.
Diagnosi
Si basa sul dosaggio della bilirubina e sull’esclusione, nel neonato, delle altre cause di ittero. La conferma definitiva si ha con il test genetico che identifica la mutazione del gene, oggi effettuabile in molti laboratori di genetica molecolare. Tale test è utile per la diagnosi prenatale in famiglie con membri affetti dalla sindrome.
Cure per la sindrome di Crigler-Najjar
La fototerapia prevede l’uso di lampade che emettono una radiazione luminosa specifica tra 430 e 460 lambda. Di solito viene effettuata di notte, per otto-dieci ore quotidiane. Ciò comporta evidenti restrizioni nella vita quotidiana dei pazienti e dei loro familiari, e per tali motivi si è cercato nel tempo di trovare terapie alternative alla fototerapia.
Il trapianto di fegato, organo in cui ha sede unica il difetto enzimatico, è efficace, ma comporta terapia immunosoppressiva per il resto della vita e rischi chirurgici, oltre alla scarsità di donazioni disponibili.
Terapia genica
È in corso un trial sperimentale di terapia genica volta a sostituire il gene malato con un gene sano, che viene inserito nel fegato usando come veicolo di trasporto un vettore virale (adenovirus AAV8) attraverso una semplice infusione per via venosa.
La sperimentazione è in corso in diversi Paesi europei, grazie alla costituzione di un progetto (CURE CN) finanziato con fondi europei, punto di arrivo dopo molti anni di collaborazione scientifica tra gruppi di ricerca. In Italia sono stati trattati finora quattro pazienti in due diversi centri clinici con risultati che confermano l’efficacia e sicurezza della terapia genica. Sono in ogni caso ancora necessari anni di osservazione per valutare la persistenza di tale efficacia nel tempo.