Chi ha perso il proprio marito o la propria moglie vede impennarsi del 41% il rischio di infarto nei primi sei mesi dopo il lutto. È questo il risultato di uno studio della Rice University in Texas.
Capita spesso che il coniuge sopravvissuto muoia poche settimane dopo
Perdere la persona amata è una situazione di forte stress e com’è noto lo stress attacca il nostro organismo.
Sono diversi i casi, soprattutto tra le persone anziane, di morti molto ravvicinate tra coniugi. Si dice che “ci si è lasciati morire”, ma in realtà c’è una spiegazione biologica.
Impennata per le malattie cardiovascolari
«Nei primi sei mesi dopo aver perso il proprio sposo o la propria sposa aumenta del 53% il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare» spiega Chris Fagundes, tra gli autori dello studio.
La ricerca
I ricercatori hanno analizzato la salute di 32 persone che avevano perso l’amata o l’amato da tre mesi. Sono stati controllate anche 33 persone della stessa età, che non avevano però vissuto il lutto. Tra l’altro sono stati valutati i livelli di citochine, che indicano il grado di infiammazione.
I risultati
I risultati hanno dimostrato che chi era vedova o vedova aveva una salute peggiore rispetto agli altri. Ad esempio i livelli di citochine erano tra il 5 e il 7% più alte. I livelli di depressione invece erano più alti del 20% per cento.
Nuovo approccio
Al momento il team di scienziati sta studiando degli interventi ad hoc che scattino immediatamente dopo la perdita del proprio marito e della propria moglie, in modo da intervenire al più presto, evitando complicanze anche fatali.
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