Il caso più popolare di piede palmato è quello di Ashton Kutcher, marito di Demi Moore: due dita unite da un lembo di pelle.
«La sindattilia, così si chiama l’unione di due dita, è un po’ più comune nelle mani: riguarda quattro bambini su diecimila nascite», spiega Umberto Passaretti, docente di chirurgia della mano all’ Università Federico II di Napoli, dove dirige anche l’unità operativa complessa di chirurgia della mano e nervi periferici dell’ospedale dei Pellegrini. «Più rara la sindattilia nei piedi. Di solito il problema si genera tra la sesta e l’ottava settimana di gestazione e in un caso su dieci è su base familiare, con prevalenza nei maschi». La malformazione può essere completa, cioè per tutta la lunghezza del dito, o parziale quando si limita a un tratto.
Che cosa si può fare? Sottoporsi a un intervento chirurgico. «Prima si interviene e meglio è, perché si evitano ulteriori deformazioni nel corso della crescita», continua Passaretti. L’età più adatta per operare la mano è dopo i 12 mesi di vita, senza aspettare troppi anni perché lo sviluppo fisico potrebbe compromettere il recupero estetico-funzionale. Per il piede si può evitare l’operazione quando il difetto non comporta conseguenze per camminare, correre o indossare la scarpa. Volendo, si può ricorrere al bisturi da adulti».
L’intervento deve sempre essere eseguito da chirurghi ortopedici esperti in chirurgia ricostruttiva. «Di solito si procede con un paio di dita per volta, visto che esiste un minimo rischio di compromettere l’afflusso di sangue», precisa Passaretti. «È frequente la necessità di applicare innesti di pelle prelevata dallo stesso paziente per correggere i difetti derivati dalla separazione delle dita. All’operazione alla mano segue un periodo di riabilitazione di alcune settimane».
Alberto Paleari – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento 2 dicembre 2009