Propongo che le sigarette elettroniche vengano chiamate sigarette senza tabacco. Il fatto che funzionino con un meccanismo elettronico non è il punto forte di questi strumenti: ciò che le rende scientificamente interessanti è che non contengano tabacco. La forte cancerogenità del fumo è infatti dovuta esclusivamente al tabacco, che libera ben 13 idrocarburi cancerogeni quando raggiunge i 900 gradi, vale a dire la temperatura alla quale avvengono le reazioni di demolizione delle molecole originali e le trasformazioni che generano nuovi composti.
Nella e-cig, il tabacco viene sostituito con glicole propilenico, glicerina vegetale, aromi vari: nessuna di queste sostanze provoca il cancro (né altri danni alla salute). Un discorso a parte merita poi la nicotina, contenuta in molti tipi di sigaretta senza tabacco, che è comunque non cancerogena, ma è una sostanza stupefacente e in quanto tale crea dipendenza fisica e psicologica.
Riportare l’attenzione sul ruolo della sigaretta senza tabacco nella lotta ai tumori è fondamentale, perché finora il dibattito si è concentrato soprattutto sul loro mercato: chi le deve vendere, quali interessi nascondono e se lo Stato ci deve, o può, guadagnare. Pochi si sono soffermati sul cuore della questione: la salute dei cittadini. Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco salveremmo almeno 30mila vite all’anno in Italia e 500 milioni nel mondo.
Per questo quando, due anni fa circa, è apparsa la sigaretta senza tabacco, chi, come me, si occupa da sempre delle tragiche conseguenze del fumo sulla salute dell’uomo, ha visto subito un barlume di nuova speranza. Io credo che la società, i cittadini come le istituzioni, non abbia piena coscienza dell’entità di queste conseguenze, e in particolare preferisce non approfondire il tema del cancro del polmone. Le centinaia di morti quotidiane per cancro polmonare
dovute al fumo vengono ignorate ed è ignorato il loro dolore. Tutti sappiamo che la soluzione per le malattie correlate al tabacco è convincere la popolazione a smettere di fumare e a non iniziare mai. Ma dobbiamo prendere atto che 50 anni di campagne antifumo hanno ottenuto qualche risultato parziale, e purtroppo nessuna svolta decisiva.
La sigaretta senza tabacco è la novità più significativa degli ultimi decenni, anche se ancora non abbiamo dati circa la sua capacità di far smettere di fumare definitivamente. Se però esiste una possibilità concreta che sia uno strumento di disassuefazione da fumo, come dimostrano i primi studi pilota, fra cui quello recente dell’Istituto europeo di oncologia, abbiamo il dovere morale di studiarla in tutte le sue varianti e con tutti i mezzi e le metodologie che la ricerca scientifica ci mette oggi a disposizione. Nessuna strada di ricerca va fermata per combattere il più temibile killer conosciuto del secolo: il fumo.
Umberto Veronesi – OK Salute e benessere
2 minuti di lettura