Effetti amianto: anche se l’impiego dell’amianto in Italia è proibito da oltre 30 anni, ci sono ancora conseguenze sulla nostra salute. L’amianto è un insieme di sei diversi minerali appartenenti alla classe dei silicati. Actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite. Spesso si utilizza la parola “eternit” come sinonimo di amianto, ma in realtà si tratta di un nome commerciale (quello dell’azienda produttrice) di un materiale costituito da cemento mescolato a fibre di amianto. Caratteristica fondamentale è di essere composto da fibre molto sottili, flessibili e resistenti.
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Effetti amianto: qual è la situazione attuale?
I dati diramati dall’Istituto Superiore di Sanità parlano di circa 4.400 persone che hanno perso la vita tra il 2010 e il 2016. La stragrande maggioranza dei decessi riguarda la popolazione maschile. In termini percentuali siamo all’87,7 per cento.
Come riporta il Sole 24 Ore, in Italia abbiamo ancora 40 milioni di tonnellate di materiali in amianto e contenente amianto, in un milione di siti e micrositi, in 50mila siti industriali e 42 siti di interesse nazionale tra i quali 2.500 scuole.
Dal 1992 l’impiego è proibito
In passato, spiega il ministero della Salute, veniva utilizzato come isolante o coibente, e anche come materiale di rinforzo e supporto per altri manufatti sintetici (mezzi di protezione e tute resistenti al calore). Dal 1992 l’impiego è proibito per legge (l’Italia è tra i primi Paesi ad averne vietato l’utilizzo) e dal 1994 è vietata la sua importazione e vendita. Tuttavia, la liberazione di fibre di amianto da elementi strutturali preesistenti può avvenire per lento deterioramento o per danneggiamento dei manufatti (tetti, tubi, etc) che lo contengono. Perciò, le autorità sanitarie si occupano di rimuoverlo sul territorio nazionale con operazioni di bonifica.
Dal 1 luglio 2025 tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno eliminare qualsiasi traccia di amianto dal loro territorio. Le Nazioni Unite chiedono che entro il 2030 lo facciano tutti i Paesi, anche se il 75% degli stati resta privo di leggi ad hoc.
Effetti amianto: perché è un materiale pericoloso?
Le fibre di amianto sono molto piccole e di forma allungata. «Ognuna è inferiore al mezzo micron ed è in grado di arrivare fino agli alveoli polmonari passando attraverso trachea, bronchi e bronchioli. Una volta giunte agli alveoli, le particelle di amianto, come le altre sostanze inerti che respiriamo, dovrebbero essere fagocitate dai macrofagi ed eliminate dall’organismo. Ma quando i macrofagi cercano di inglobare le fibre di amianto ne restano danneggiati» spiega Dario Olivieri, docente di Malattie Respiratorie nell’Università di Parma.
La lesione dei macrofagi da parte delle fibre causa la liberazione di enzimi che attivano i fibroblasti, cellule del tessuto connettivo del polmone. Se stimolati eccessivamente, provocano a loro volta fibrosi polmonare e insufficienza respiratoria. Inoltre, le fibre sono capaci di generare la formazione di tumori perché la loro presenza crea uno stato di infiammazione persistente che danneggia il Dna delle cellule.
Il rischio di esposizione è molto raro
Oggi il rischio di esposizione all’amianto è molto raro. Tuttavia, la malattia ad esso correlata è principalmente professionale, per questo in passato ha colpito soprattutto operai e persone coinvolte in aziende siderurgiche, metalmeccaniche e di cantieristica navale. Diversamente, in natura è quasi impossibile entrare in contatto o inalare fibre di amianto. Per portare a un danneggiamento degli alveoli polmonari l’esposizione a questo materiale deve essere massiva, prolungata e intensa.
«Se si è degli ex lavoratori di aziende che trattavano amianto, sono già previsti controlli mirati e periodici, ad esempio radiografie annuali del torace» precisa l’esperto. «Se c’è stata una sola o due esposizioni invece, non ha senso fare alcun esame. La diagnosi del resto non è facile. Per un ex dipendente l’ideale è restare sotto controllo con la consapevolezza che possono passare molti anni, anche più di 25, dall’esposizione all’insorgenza della malattia».
Effetti amianto: quali misure adottare in caso di esposizione?
Per limitare al minimo il rischio, e comunque ridurre l’esposizione sotto i valori limite, Studio Essepi (società di consulenza e formazione in ambito di sicurezza del lavoro) elenca alcune misure di prevenzione e protezione da adottare:
- limitare al minimo possibile il numero di lavoratori esposti;
- utilizzare sempre adeguati DPI delle vie respiratorie;
- intervallare l’uso dei DPI con periodi di riposo adeguati;
- concepire i processi lavorativi in modo da evitare o ridurre al minimo la produzione o emissione nell’aria di polvere di amianto;
- sottoporre a regolare pulizia e manutenzione i locali e le attrezzature per il trattamento dell’amianto;
- stoccare e trasportare in appositi imballaggi chiusi l’amianto o i materiali che rilasciano o contengono amianto;
- raccogliere e rimuovere il prima possibile i rifiuti dal luogo di lavoro, in appositi imballaggi e con etichettatura indicante la presenza di amianto (devono, inoltre, essere trattati in conformità alla normativa sui rifiuti pericolosi).
- adottare adeguate misure igieniche (bere e mangiare in aree speciali senza rischio di contaminazione).