Si può vivere senza stomaco? Sì e in alcuni casi è più che mai necessario. La gastrectomia, infatti, è l’intervento di asportazione dello stomaco che, nella quasi totalità dei casi, si esegue a causa di un carcinoma gastrico. In Italia, ad esempio, vengono diagnosticati 18.000 nuovi casi l’anno di tumore dello stomaco e il 60% di questi va incontro a gastrectomia radicale.
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L’asportazione può essere totale o parziale
La gastrectomia può essere totale o parziale. Nel primo caso l’esofago viene collegato direttamente all’intestino, mentre nel secondo il terzo superiore dello stomaco viene unito all’intestino. La decisione se debba essere asportato tutto lo stomaco o solo una parte dipende da molti fattori, come la sede e le caratteristiche del tumore.
L’asportazione dello stomaco avviene dopo un ciclo di chemio
La gastrectomia si esegue dopo due mesi circa di chemioterapia che prepara il paziente alla chirurgia, con significativi vantaggi nei tassi di guarigione, anche se aumentano le problematiche nutrizionali dei pazienti, motivo per cui il nutrizionista è un elemento fondamentale della squadra terapeutica.
Le tecniche chirurgiche riducono le complicanze
Le tecniche chirurgiche più recenti hanno portato a una drastica riduzione sia delle complicanze sia della durata della degenza. In genere, dopo una settimana il paziente può far ritorno a casa.
Dopo l’intervento i pasti sono più frequenti
Vivere senza stomaco si può ma possono insorgere alcune problematiche. Queste si presentano dopo la gastrectomia sono legate soprattutto alla perdita del serbatoio gastrico. Il paziente ha bisogno di pasti ripetuti, anche 5-7 volte al giorno, in cui frazionare l’apporto calorico giornaliero necessario, in quanto dopo l’intervento avverte un senso di pienezza dopo pochi bocconi di cibo, con il rischio di un duplice effetto negativo: una perdita di peso (soprattutto di massa magra, ovvero muscoli) che può determinare una ridotta tollerabilità ai trattamenti adiuvanti con aumento delle tossicità e spesso interruzioni degli stessi; ma, anche in assenza di terapie, può verificarsi un aumento della stanchezza dei pazienti.
All’inizio bisogna seguire una dieta
Nei primi due o tre mesi dopo la gastrectomia il paziente viene controllato con una dieta specifica, ma successivamente non è così necessaria. È importante continuare per anni a frazionare i pasti per non ridurre l’apporto calorico e continuare a essere seguiti da un nutrizionista.
Il paziente deve essere monitorato per evitare anemia e carenze vitaminiche
Poiché in seguito alla gastrectomia il passaggio del cibo avviene direttamente e rapidamente nel duodeno risulta alterato il sistema di regolazione degli zuccheri; pertanto, se i pasti sono ricchi di zuccheri si ha un incremento anomalo di insulina con ipoglicemie riflesse, che possono anche determinare transitorie perdite di coscienza. I pazienti che hanno subito una gastrectomia devono essere controllati costantemente per evitare anemie sideropeniche importanti o carenze vitaminiche, in particolare di vitamina B12.
A cura di Stefano Cascinu, direttore del dipartimento di oncologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano
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