L’ultimo caso di cronaca racconta di un bambino di Trento, Mattia Maestri, che dal 2017 si trova in stato vegetativo insanabile dopo aver mangiato formaggio prodotto con latte crudo e contaminato dal batterio Escherichia coli. In seguito all’infezione batterica, il piccolo ha contratto la SEU, sindrome emolitico-uremica (qui si può leggere l’intervista del padre di Mattia, rilasciata al Corriere della Sera).
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SEU: di che cosa si tratta
La sindrome emolitico-uremica (SEU) è una malattia acuta rara che, nella maggior parte dei casi, è causata dalla complicanza di un’infezione batterica intestinale. Quest’ultima è scatenata a sua volta da alcuni ceppi di Escherichia coli, che producono una tossina, chiamata Vero-citotossina (VT) o Shiga-tossina (Stx), in grado di farsi strada nel circolo sanguigno e colpire soprattutto i reni. Esistono talvolta anche forme atipiche di SEU, riconducibili a fattori genetici, che interessano membri della stessa famiglia. Raramente, invece, questa patologia si sviluppa in seguito a un’infezione sistemica da Streptococcus pneumoniae (pneumococco).
Chi colpisce
Questa patologia colpisce soprattutto i bambini e in maniera molto marginale gli adulti. In Italia la sindrome emolitica-uremica ha un’incidenza di 1 bambino ogni 500.000.
SEU: come si contrae
Esistono ceppi molto pericolosi del batterio Escherichia coli, che normalmente sono presenti all’interno dell’intestino dei ruminanti, come ad esempio i bovini, in maniera asintomatica. Le feci di questi animali, dunque, possono contaminare la carne e il latte durante i processi di macellazione e mungitura. Se questi prodotti, che contengono il germe, vengono consumati crudi e poco cotti, l’infezione batterica viene trasmessa all’uomo.
La stessa cosa vale per acqua, frutta e ortaggi che, a causa dei pascoli, possono entrare in contatto con il batterio e fungere da veicolo dell’infezione. È possibile il contagio da persona a persona, attraverso la via oro-fecale.
Quali sono i sintomi
La SEU provoca una grave insufficienza renale, con scarsa produzione di urina o totale assenza. Questa condizione è preceduta da diarrea (spesso accompagnata da muco e sangue), vomito, malessere, dolore addominale e febbre. Chi contrae questa infezione batterica ha anche anemia emolitica, cioè un abbassamento dell’emoglobina nel sangue, e trombocitopenia, ossia una carenza di piastrine.
Come si può prevenire l’infezione
Il consiglio è quello di evitare di consumare carne cruda o poco cotta, come tartare o carpaccio, e latte crudo non pastorizzato e derivati. Non bisogna far entrare in contatto alimenti pronti per il consumo, come le insalate, con carne cruda, usando ad esempio lo stesso coltello o lo stesso tagliere. È necessario lavare sempre adeguatamente la frutta e la verdura ed è meglio non bere acqua non potabile.
In caso di infezione intestinale, i familiari e gli amici del piccolo paziente devono osservare norme igieniche rigide, come la detersione frequente delle mani e dell’ambiente circostante. È bene lavare le mani anche dopo aver accarezzato gli animali in fattorie o al pascolo.
SEU: come si cura
Nelle infezioni da Escherichia coli la terapia antibiotica non è raccomandata e può risultare perfino dannosa; in questi casi, invece, è opportuno monitorare la funzione renale perché l’infezione batterica potrebbe sfociare in SEU. Nel caso la malattia fosse già stata contratta e fosse presente un’insufficienza renale, viene intrapreso immediatamente un trattamento con dialisi e spesso si opta anche per trasfusioni di sangue, che contribuiscono a supportare le funzioni renali e a eliminare le sostanze tossiche dall’organismo.