Per setticemia (o sepsi) si intende una risposta spropositata del sistema immunitario a un’infezione presente nell’organismo, che danneggia tessuti e organi. «È causata da microrganismi che partono da un focolaio infettivo», spiega l’infettivologo Giovanni Federico. «Questo focolaio infettivo, detto sepsigeno in termini medici, può essere localizzato in diverse sedi (polmonare, renale o cardiaca, per esempio). Proprio perché i batteri si diffondono nel sangue, possono raggiungere ogni organo e apparato del corpo».
In questo articolo
Quali sono i sintomi
Il paziente ha brividi intensi, febbre elevata, aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, diminuzione della pressione arteriosa fino allo shock, spesso confusione e disturbi della coscienza. Presenta inoltre insufficienza respiratoria, cardiaca e renale.
Come si fa la diagnosi
Il sospetto di setticemia nasce dallo stato grave di malessere, dalla temperatura corporea elevata e da eventuali manifestazioni emorragiche. L’accertamento principale è l’emocoltura, che consiste nell’esame colturale del sangue, da ripetere più volte. Altri controlli importanti sono: l’emocromo, i test coagulativi, i test di funzionalità renale epatica ed esami radiologici come la tac.
Come si cura
La terapia principale è a base di antibiotici, somministrati a dosi elevate e a lungo. Molto importante anche la nutrizione per via endovenosa. Possono servire emodialisi, assistenza respiratoria anche artificiale, farmaci per sostenere la pressione, emotrasfusione.
Leggi anche…
None found