Una persona che è già affaticata al mattino, appena sveglia? Che non riesce più nemmeno a fare una passeggiata senza sentirsi priva di forze? Che è sfiancata già prima di cominciare il lavoro dietro la scrivania del suo ufficio?
Sono solo alcuni dei sintomi, ma la causa potrebbe essere una malattia tra le meno note, la sindrome da stanchezza cronica (o Cfs, dall’inglese Chronic fatigue syndrome). La patologia è cronica, appunto, cioè permanente, ma qualche rimedio c’è e può aiutare il paziente a condurre una vita normale.
Il grande pianista jazz Keith Jarrett, nonostante ne sia affetto, riesce a esibirsi davanti a centinaia di fan.
SINTOMI. «Qui, al Centro di Aviano, dal 1990 a oggi abbiamo scoperto migliaia di casi di Cfs, ma a soffrirne in Italia stimiamo che siano 200-300mila persone», dice Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica e primario della divisione di oncologia medica del Centro di riferimento oncologico di Aviano. Colpisce tra i 35 e i 40 anni e predilige le donne, mentre è rara nei bambini e negli anziani.
Il disturbo è stato scoperto a metà degli anni ’80 da ricercatori britannici e statunitensi.
I sintomi, dalla stanchezza severa alla debolezza che impedisce qualsiasi attività fisica e mentale, sono quasi identici a quelli dell’influenza, ma durano per almeno sei mesi.
DIAGNOSI. Il medico che sospetta la Cfs non ha a disposizione esami specifici. Va per esclusione, prescrivendo mano a mano accertamenti che escludano altre malattie caratterizzate da stanchezza cronica. Come lo è la Cancer related fatigue, che colpisce gli ammalati guariti da un tumore. È il caso, per esempio, di Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica.
CAUSE. Sull’origine della Cfs siamo alle ipotesi. Sinora, la teoria più accreditata è che alla base ci sia la reazione anomala del sistema immunitario dopo un’infezione (per esempio, una mononucleosi o un’influenza), oppure dopo intossicazioni chimiche o alimentari.
CURA. Essendo incerte le cause, manca una cura risolutiva. Una medicina ad hoc non esiste ma la qualità di vita può migliorare sensibilmente, prescrivendo i farmaci che riescono a modificare i sintomi principali della malattia o l’anomala risposta immunitaria. Alcuni pazienti possono anche guarire. A volte, il miglioramento è spontaneo, senza l’aiuto di medicinali.
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Ultimo aggiornamento: 22 giugno 2010