Salute

Mix di vaccini: cosa sappiamo finora?

Due studi confermano che non solo i vaccini si possono mischiare, ma addirittura il mix AstraZeneca-Pfizer o Moderna sarebbe più efficace

Si parla con sempre maggiore insistenza del mix di vaccini, o vaccinazione eterologa, dopo che l’Aifa ha dato il via libera all’uso di un siero diverso nella seconda dose di chi ha avuto una prima iniezione con AstraZeneca e non abbia ancora compiuto 60 anni.

Al momento ne parlano due studi, uno spagnolo e uno inglese, ma non danno ancora la risposta definitiva, anche se i risultati di entrambi sono estremamente promettenti.

Gruppo San Donato

Cosa dicono gli studi

La seconda dose con vaccino diverso da quello usato nella prima inoculazione potrebbe addirittura potenziare l’efficacia della vaccinazione. Quindi non solo non rappresenterebbe un problema dal punto di vista scientifico, ma in alcuni casi sarebbe addirittura da preferire. In pratica sarebbe utile mischiare i vaccini tradizionali, come quello di AstraZeneca, a quelli a mRNA messaggero, come Moderna e Pfizer. Sono già diversi i Paesi che hanno adottato la vaccinazione eterologa: Germania, Francia, Svezia, Norvegia e Danimarca.

Già il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, aveva chiesto nei giorni scorsi all’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, di pronunciarsi ufficialmente su questa possibilità. I primi studi sul mix di vaccini anti Covid sostengono infatti la bontà di questa scelta. Questi risultati sono tutt’altro che banali, visto che aiuterebbe molto alcuni Paesi nel proseguimento della campagna vaccinale di massa.

Seconda dose con vaccino diverso: lo studio spagnolo

L’istituto sanitario statale «Carlos III» è stato il primo centro di ricerca a svolgere uno studio clinico. I suoi ricercatori hanno esaminato quasi 700 volontari di età compresa tra i 18 ei 59 anni che già avevano avuto la prima iniezione con il vaccino di AstraZeneca. I loro dati sono stati confrontati con con quelli di altre 450 persone inoculate con una dose del vaccino Pfizer BioNtech. Il team di ricerca ha sottolineato come meno del 2%, per la precisione l’1,7% dei partecipanti, ha manifestato qualche effetto collaterale lieve o moderato, come mal di testa, dolori muscolari e malessere generale. In cambio però la seconda dose con Pfizer ha fatto crescere la risposta anticorpale.

Risposta anticorporale altissima mischiando i due tipi di vaccino

I ricercatori ha rilevato livelli di anticorpi IgG nel flusso sanguigno tra 30 e 40 volte superiori in chi aveva ricevuto l’iniezione Pfizer rispetto al gruppo di controllo che aveva ricevuto una sola dose AstraZeneca. La presenza di anticorpi neutralizzanti aumentava inoltre di sette volte dopo la dose Pfizer, rispetto all’effetto di raddoppio identificato con la seconda iniezione di AstraZeneca.

Prima dose con AstraZeneca, seconda con Moderna o Pfizer ottima combinazione

Anche i primi risultati di uno studio inglese stanno arrivando alla stessa conclusione. Sembra quindi che la combinazione migliore sia quella di fare una prima iniezione con un vaccino tradizionale, come AstraZeneca. Successivamente utilizzare Pfizer o Moderna nella seconda dose. In questo modo la protezione degli anticorpi contro il coronavirus che provoca Covid 19 sarebbe al massimo livello possibile.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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