La demenza semantica è un disturbo della memoria semantica, o memoria enciclopedica, cioè dell’insieme delle conoscenze che una persona ha del mondo, incluso il significato delle parole. Rientra nelle demenze fronto-temporali: l’invecchiamento rapido e precoce del cervello interessa un’area molto localizzata, le regioni temporali (all’ altezza delle orecchie) e, più anteriormente, il lobo frontale.
A differenza che nella malattia di Alzheimer, caratterizzata da un’atrofia generalizzata delle aree cerebrali, molti pazienti sono consapevoli per un lungo periodo della malattia. Generalmente l’età di insorgenza è più precoce, attorno ai 65 anni, ma la diffusione è molto minore: ne è colpito solo lo 0,6% delle persone di quell’età.
Gli esami
Una serie specifica di test neuropsicologici consente di verificare la presenza e la progressione della malattia. Essenziale è anche la risonanza magnetica, che evidenzia l’eventuale presenza e localizzazione di atrofie selettive.
Utile in particolare è quella volumetrica, perché permette di valutare il volume del cervello in rapporto alle altre persone della stessa età. Un altro esame, la Spect (tomografia computerizzata a emissione di fotone singolo) descrive il flusso cerebrale, mostrando quali sono le aree attive del cervello ed evidenziando viceversa le eventuali zone di atrofia.
Le cause
Non si conoscono ancora.
La terapia
Non ci sono cure specifiche. Occorre contenere, anche con farmaci, i disturbi associati, come depressione e ansia.
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