Quando il cuore inizia a battere per un’emozione forte, di piacere o di paura, tenerlo a bada sembra impossibile. Eppure, un gruppo di ricercatori italiani dell’Università Statale di Milano ha individuato una molecola che sarebbe in grado farlo. La scoperta di questo “freno del batticuore” ha importanti implicazioni nella gestione terapeutica dello scompenso cardiaco e della coronaropatia. La ricerca è stata pubblicata su eLife.
Contrasta l’effetto dell’adrenalina
La molecola, un peptide denominato TRIPnano, è formata da pochi aminoacidi ed è stata ottenuta dalla riduzione di una proteina. Il suo “potere” è quello di contrastare l’effetto provocato dall’adrenalina sull’accelerazione del battito cardiaco. Il TRIPnano agisce infatti in modo selettivo sui canali HCN, che incidono sull’automatismo del battito, impedendo la loro attivazione da parte dell’AMPc, un “secondo messaggero” la cui concentrazione viene regolata dall’adrenalina. La molecola consente di non alterare la risposta di altri componenti cellulari, come ad esempio i canali per il calcio, insistendo sui soli canali HCN.
Aperture di nuove strade terapeutiche
La ricerca consente di compiere un ulteriore passo avanti nella comprensione e nel controllo del ritmo cardiaco e questo peptide si propone come un nuovo strumento per la gestione terapeutica dello scompenso cardiaco e della coronaropatia.
Scompenso cardiaco
Solo lo scompenso cardiaco colpisce oltre un milione di persone in Italia ed è la causa più comune di ospedalizzazione tra le persone over 65. Oggi la metà dei pazienti affetti da questa patologia muore entro 5 anni dalla diagnosi.
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