Arriva il via libera dell’Agenzia europea del farmaco per la somministrazione sottocutanea del primo anticorpo monoclonale, utile in alcune forme di sclerosi multipla. Si tratta di ocrelizumab, che colpisce un tipo di cellule immunitarie che contribuirebbero allo sviluppo e alla progressione della malattia. Finora era disponibile solo la formulazione per via endovenosa.
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Con ocrelizumab sotto cute molti vantaggi per i pazienti e i caregiver
Va da sé che una somministrazione sottocutanea sia decisamente più semplice. Saranno così sufficienti due sole somministrazioni sottocutanea all’anno della durata di circa dieci minuti. Questo tipo di assunzione migliorerà l’aderenza alla terapie e la qualità della vita dei pazienti.
Ora potranno accedere alla terapia molti altri pazienti
Finora più di 350.000 persone che convivono con la sclerosi multipla nelle forme recidivanti e primariamente progressiva hanno assunto il farmaco in via endovenosa in tutto il mondo. Con la nuova versione sottocutanea l’accesso a questa terapia avrà uno spettro molto più ampio. Molti più pazienti potranno disporne, con un risparmio di tempo notevole per tutte le persone coinvolte.
Lo studio che ha portato alla decisione dell’Agenzia europea del farmaco
La decisione di Ema fa seguito ai risultati dello studio di fase III Ocarina II. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Neurology. Gli esperti hanno dimostrato che la somministrazione sottocutanea di ocrelizumab ha gli stessi effetti della versione utilizzata finora, somministrata come detto in via endovenosa.
La versione sottocutanea di questo anticorpo monoclonale non ha mostrato problemi di sicurezza diversi, ed è stato ben tollerato dai pazienti sottoposti a test. Più di nove pazienti su dieci intervistati dagli autori della ricerca ha detto di essere soddisfatto o molto soddisfatto della somministrazione sottocutanea di ocrelizumab.
L’obiettivo del gruppo di lavoro che ha messo a punto la versione sotto cute di ocrelizumab è quello di fornire una opzione di trattamento alternativa a quella endovenosa per adattare la somministrazione del farmaco alle esigenza individuali dei pazienti, ma anche di medici e infermieri. Come detto si somministra due volte l’anno e bastano pochi minuti.