Un nuovo farmaco contro la sclerosi multipla che si chiama Ozanimod previene l’atrofia cerebrale, una delle conseguenze più pericolose della malattia. Si parla di atrofia cerebrale quando c’è una riduzione permanente del tessuto cerebrale che può estendersi a tutto il cervello o a una parte di esso. Si tratta di un processo fisiologico legato all’invecchiamento, che viene accelerato in modo significativo dalla malattia.
Qual è l’impatto sull’atrofia cerebrale del nuovo farmaco contro la sclerosi multipla?
L’impatto è notevole: chi ne è colpito perde diverse funzioni cognitive. Nei test questo medicinale ha dimostrato di ridurre del 30% la perdita di volume rispetto alla terapia tradizionale, che prevede l’interferone Beta 1a. Utilizzando Ozanimod, è possibile quindi limitare un danno irreversibile e limitare la disabilità.
Il nuovo farmaco è indicato per il trattamento della
sclerosi multipla recidivante-remittente in fase attiva, che rappresenta circa l’85% di tutti i casi.
Nuovo farmaco contro la sclerosi multipla: i dati dimostrano efficacia e sicurezza
L’analisi preliminare dello
studio Enlighten dimostra che quasi la metà dei pazienti con malattia recidivante – in percentuale stiamo parlano del 47% – dopo un anno di trattamento
ha ottenuto un miglioramento clinico significativo delle funzioni cognitive.
I dati dimostrano un buon profilo di efficacia e sicurezza nel lungo termine. Le analisi a otto anni di trattamento confermano come il 76% dei pazienti sia libero da progressione della disabilità e l’87% non presenti attività di progressione indipendente dalle recidive. In entrambi i casi si tratta di indicatori di progressione di malattia e di disabilità permanente nella sclerosi multipla.
I numeri della sclerosi multipla in Italia
Solo in Italia sono quasi 140.000 le persone che convivono con questa condizione permanente. Ogni anno le nuove diagnosi ammontano a circa 3.600 casi.
In chi ha la sclerosi multipla, il sistema immunitario attacca la guaina mielinica che ricopre i nervi, che può anche innescare un’infiammazione interna al sistema nervoso centrale, che ha come conseguenza un deficit cognitivo più o meno importante a seconda delle aree interessate.
Nuovo farmaco contro la sclerosi multipla: prima si assume, minori saranno i danni
L’atrofia cerebrale è un processo fisiologico legato all’invecchiamento. I pazienti di sclerosi multipla vivono però un’accelerazione, sin dalle fasi precoci della patologia. È un fenomeno irreversibile, quindi l’unico obiettivo possibile è quello di prevenirla il prima possibile.
Una volta arrivati i danni, infatti, non si riesce più a tornare all’assetto originario. Rallentare questo processo è quindi fondamentale per non dover affrontare in età giovane situazioni complicate. I vantaggi in questo caso sono molto importante sia in termini clinici, sia nella riduzione della disabilità motoria e cognitiva.