Ci sono cinque diversi tipi di Alzheimer e non solo uno come si riteneva. La sorprendente notizia arriva da uno studio che ha visto la collaborazione di due centri di ricerca come l’Alzheimer Center di Amsterdam e l’Università di Maastricht, entrambi nei Paesi Bassi. Si possono leggere i risultati sulla rivista Nature Aging.
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Cos’è il liquor cerebrospinale?
I ricercatori hanno analizzato più di 1000 proteine prelevate dal liquido cerebrospinale di 419 persone con la malattia di Alzheimer. Chiamato anche semplicemente liquor o liquido cefalorachidiano, il liquor cerebrospinale è un liquido incolore che avvolge il sistema nervoso centrale.
Il suo ruolo è quello di consentire la diffusione di nutrienti e sostanze chimiche dal sangue allo spazio che circonda le cellule nervose, oltre a raccogliere i prodotti secreti dalle cellule nervose stesse. Il liquor protegge il cervello all’interno del cranio e il midollo spinale all’interno del canale vertebrale.
Diversi tipi di Alzheimer: in cosa si differenziano?
L’analisi di questo migliaio di proteine ha permesso al gruppo di ricerca di suddividerlo in cinque diverse varianti della malattia che hanno differenze per quanto riguarda:
- il grado di sintesi proteica,
- il funzionamento del sistema immunitario,
- la produzione del liquor,
- la disregolazione dell’Rna.
Queste differenze portano a una insorgenza più o meno rapida dei sintomi. In particolare gli esperti hanno scoperto che una volta che è iniziato l’accumulo di placche nel cervello, ogni decorso della malattia è diverso. Dipende molto da altri processi biologici, in primis l’infiammazione.
Che caratteristiche hanno i due diversi tipi di Alzheimer più comuni?
Entrando nel dettaglio, le due varianti di Alzheimer più diffuse presentano una maggiore produzione di amiloide e da una barriera emato-encefalica interrotta, con un conseguente calo nella crescita delle cellule nervose.
Perché questa scoperta ha aspetti positivi e negativi da tenere in considerazione?
La notizia contiene aspetti negativi e positivi. Questa scoperta deve far ripensare a tutte le strategie anti Alzheimer pensate finora e questo farà impiegare anni ai ricercatori. Dall’altro lato potrebbero essere di nuovo sperimentate alcune terapie che sono state ritenute erroneamente poco efficaci. In pratica alcuni farmaci che non funzionano per una variante, potrebbero essere utili per un’altra.
La ricerca dovrà ripensare a molti farmaci dopo aver scoperto che ci sono diversi tipi di Alzheimer
Lo spiegano bene le dichiarazioni contenute all’interno dello studio. Gli esperti sottolineano che ad esempio i farmaci che inibiscono la produzione di amiloide possono funzionare nella variante con maggiore produzione di amiloide, ma possono essere dannosi nella variante con ridotta produzione.
È anche possibile che i pazienti con una variante abbiano un rischio maggiore di effetti collaterali, mentre tale rischio è molto più basso con altre.
Quali sono ora gli obiettivi dei ricercatori?
- Ora il primo obiettivo è quello di mettere a punto dei test capaci di individuare di quale forma di Alzheimer soffra il paziente preso in esame.
- Il secondo sarà quello di dimostrare come le varianti dell’Alzheimer reagiscano in modo diverso ai farmaci, in modo da poter curare tutti in futuro con farmaci ad hoc per ogni variante.
I numeri dell’Alzheimer in Italia e nel mondo
Secondo le stime dell’Osservatorio demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, solo nel nostro Paese sono 600.000 i malati di Alzheimer. In tutto il mondo hanno ormai superato le 55 milioni di persone. Le stime sostengono che entro il 2030 saranno quasi 80 milioni. Si tratta della forma più comune di demenza senile.
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