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Prurito intimo: rimedi efficaci per ogni causa scatenante

Questo fastidio, che prima o poi interessa quasi tutte le donne, può essere contrastato con pomate, ovuli, farmaci a seconda del disturbo che l'ha causato

Difficile ignorare un prurito intimo, a dir poco fastidioso e imbarazzante. Lo sanno bene in tante, visto che, stando ai dati, il 90% delle donne lo ha sperimentato almeno una volta nella vita. È una situazione così comune perché sono diverse le cause che possono scatenarlo: infezioni, uno squilibrio ormonale come durante la menopausa, malattie della pelle, perfino un carico eccessivo di ansia e stress oltre a patologie più serie.

In ogni caso, quando c’è valgono innanzitutto due raccomandazioni.

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  • La prima è trattenersi dall’istinto di grattarsi, almeno per quanto possibile. Lo sfregamento, infatti, può creare piccole o grandi lesioni che non fanno altro che aumentare l’irritazione.
  • La seconda è non cedere all’autodiagnosi. Se il fastidio non passa in un paio di giorni occorre andare dal ginecologo per capire da cosa è provocato e intervenire con il trattamento adatto. Se lo si cura male, il prurito tende a peggiorare e diventare cronico, e quello che era solo un lieve pizzicore può trasformarsi in dolore.

Prurito intimo e candida albicans

La causa più frequente di prurito intimo per le donne al di sotto dei 40 anni sono le infezioni. Prima della lista quella da candida albicans, un fungo che vive normalmente nell’organismo in equilibrio con l’ecosistema della donna, ma che in alcune circostanze può attivarsi e proliferare nel canale vaginale e nella vulva provocando, tra gli altri sintomi, un intenso prurito. Si presenta tipicamente con:

  • Perdite di colore biancastro dalla consistenza tipo ricotta
  • Arrossamento delle mucose
  • Gonfiore nelle piccole e grandi labbra.

«Per curarla si ricorre spesso a pomate od ovuli a base di azoli, una classe di farmaci antifungini particolarmente efficaci, oppure all’acido borico, una sostanza che combatte in modo naturale la candida» spiega Rossella Nappi, ginecologa, endocrinologa e sessuologa della Fondazione San Matteo di Pavia e professore di ostetricia e ginecologia all’Università di Pavia.

«Alla terapia si può abbinare un probiotico per rafforzare la flora batterica vaginale protettiva, visto che quando si altera fisiologicamente si crea un ambiente più favorevole alle infezioni che possono provenire anche dall’intestino. In genere tanto basta e in una settimana circa l’infezione si risolve. Se così non è, può trattarsi di una candida non albicans. Per saperlo con certezza il medico esegue un tampone vaginale e stabilisce il trattamento mirato. Mentre se passa, ma poi ritorna, si può pensare a un’infezione da candida condivisa con il partner. In quel caso è necessario che si sottopongano in due alle cure».

Quali sono i fattori di rischio del prurito intimo?

Ad attivare i miceti sono spesso alcune situazioni, come usare fuori casa gabinetti non molto igienici, frequentare una piscina o una sauna non sanificate in modo opportuno o dovere ricorrere a un antibiotico non adeguatamente controbilanciato da fermenti lattici. Ma anche certe cattive abitudini. Qualche esempio?

  • Scegliere frequentemente biancheria intima sintetica che, non lasciando traspirare, provoca una sorta di effetto serra che favorisce il proliferare di microrganismi;
  • restare a lungo con il costume bagnato (anche in questo caso il tessuto sintetico a contatto con la vulva forma un ambiente caldo-umido fertile per i germi);
  • optare per una depilazione totale, togliendo così ogni elemento di protezione;
  • detergenti di cattiva qualità, ricchi di profumi, che sono aggressivi.

I detergenti giusti in caso di prurito intimo

Il prodotto giusto deve nutrire e proteggere il film idrolipidico che difende la cute vulvare. Va bene se sono presenti sostanze lenitive, idratanti e antiprurito come bardana, camomilla, avena o ricche di vitamina E. Il giusto grado di acidità deve essere intorno a 4,5. In caso di candidosi è utile fare lavaggi quotidiani con acqua tiepida e bicarbonato di sodio: ne basta un cucchiaio da sciogliere nell’acqua del bidè per creare un ambiente chimico ostile al fungo. La pulizia va fatta dalla parte più interna verso la parte esterna, al termine la pelle va perfettamente asciugata. Infine consiglio biancheria in cotone, da lavare anche questa con detergenti delicati.

Tra le cause anche Hpv e herpes genitale

Non solo funghi, anche virus e più raramente batteri possono provocare prurito intimo, a seconda dei casi in zone diverse: clitoride, grandi labbra, interno della vagina. Due tra le infezioni virali più diffuse sono quella da Hpv (Papilloma virus) e l’herpes genitale, entrambe malattie sessualmente trasmesse.

Hpv

«Per la prevenzione del tumore della cervice uterina Hpv dipendente oggi è consigliato il vaccino, ma possono svilupparsi microcondilomatosi, piccole escrescenze simili a verruche, non coperte dalla protezione», spiega Nappi. «Sono legate a ceppi di virus benigni che non causano tumori ma interferiscono con le difese immunitarie, oltre che con la qualità di vita sessuale. Per curarle si può ricorrere alla crioterapia, laser ed eventualmente pomate, se sono poche. La scelta spetta al medico».

Herpes genitale

In caso di herpes genitale si formano sulle labbra piccole vescicole raggruppate che tendono a rompersi in poco tempo. «Si avverte prurito intenso e bruciore che spesso peggiorano con la minzione, a volte perfino dolore muscolare», interviene Corinna Rigoni, specialista in dermatologia e venereologia e presidente dell’Associazione Donne Dermatologhe Italia.

«Il trattamento è costituito da farmaci antivirali, sia topici che sistemici. Nella gran parte dei casi sono efficaci e abbreviano la durata dell’attacco, ma non escludono ricadute. L’herpes tende a ripresentarsi soprattutto quando si abbassano le difese immunitarie, ecco perché il medico può consigliare anche l’integrazione della vitamina C. Vale sempre il consiglio di non abbassare la guardia quando il sintomo sparisce, mantenere le buone abitudini sull’igiene intima e proteggersi durante i rapporti».

Prurito intimo in menopausa

Superata la soglia dei 50 anni, se in menopausa, il prurito intimo con molta probabilità è uno di quei sintomi che si unisce a vampate, stanchezza, irritabilità e disturbi del sonno. «Le ovaie smettono di produrre estrogeni e androgeni che nutrono la vulva e questo calo comporta un assottigliamento dei tessuti», precisa la ginecologa.

«Così, oltre alla tipica sensazione di secchezza vaginale, si può patire anche prurito, in genere la sera quando ci si stende sul divano perché rilassando i tessuti il sintomo emerge con più facilità. Per alleviarlo si interviene con terapie locali a base di estrogeni o androgeni, utili a restituire ai tessuti diventati pallidi e secchi quel nutrimento necessario che è venuto a mancare. Il medico può anche consigliare una terapia per bocca che si comporta come un estrogeno ma soltanto a livello dei tessuti vulvo-vaginali. Le terapie in ogni caso vanno assunte per un periodo di tempo lungo, visto che si tratta di una condizione cronica».

Prurito intimo in menopausa: l’impatto sulla vita sessuale

A proposito di menopausa e di sintomi – prurito compreso – è molto utile giocare d’anticipo anche per evitare conseguenze sulla vita sessuale, come dimostrano le ricerche. «Nel 2018 abbiamo condotto un’indagine epidemiologica pubblicata su Climacteric, la rivista internazionale della Società mondiale della menopausa, da cui è emerso che il prurito vaginale comportava un impatto notevole sulla sessualità», racconta Nappi, tra gli autori della ricerca.

«Circa la metà del campione dello studio ne soffriva e le pazienti più anziane in particolare presentavano sintomi intensi che, come risultato, interferivano in modo rilevante con la qualità di vita personale o della coppia. Per prevenire al meglio consiglio, già a partire dai 40 anni, di scegliere detergenti adeguati all’età, quindi ricchi di sostanze emollienti e idratanti. Un sostegno importante in questo campo è rappresentato dall’acido ialuronico vaginale, che può essere integrato con prodotti per bocca che mixano acido ialuronico e collagene e si assumono in genere per un periodo lungo».

Tra le cause le malattie della pelle

Lichen

In alcuni casi l’impulso a grattarsi può essere provocato da malattie della pelle. Si dice psoriasi, dermatite, orticaria e si pensa subito a un prurito su viso, collo, braccia, gambe, non tanto a un fastidio intimo, ma non è sempre così. In particolare, alcune patologie come il lichen lo concentrano proprio lì. «È un disturbo che non va preso sottogamba», avverte la dermatologa. «Può avere un’evoluzione rapida, colpire la zona perineale e poi espandersi, in alcuni casi arrivando anche a modificare la fisiologia delle piccole labbra, ad esempio causando un incappucciamento del clitoride. Inoltre può dar luogo alla formazione di tumori della vulva».

Come riconoscere il lichen? «La mucosa appare biancastra, si avvertono prurito e bruciore intensi soprattutto la notte, ma la diagnosi può essere fatta solo dal medico, per cui bisogna superare ogni remora, che spesso c’è quando si ha prurito intimo, e farsi visitare», illustra Rigoni. «La terapia è a base di cortisone e creme emollienti e lenitive, spesso ricche di vitamine A ed E per la loro azione cheratoplasticizzante che aiuta il turn over cutaneo. Oltre a seguire la terapia consiglio di optare per un abbigliamento comodo e biancheria intima in cotone».

Psoriasi

La psoriasi che si concentra nei genitali, a volte fino alla parte superiore delle cosce, è detta inversa. «Causa macchie rosse, lisce rispetto al resto del corpo, non desquamanti, in corrispondenza di pieghe cutanee come quelle della zona inguinale», continua la dermatologa.

«La pelle nelle piccole e grandi labbra si arrossa e si ispessisce causando un forte stimolo a grattarsi. La soluzione va cercata con pazienza, perché alcuni prodotti usati sulla pelle possono risultare non ben tollerati sulle mucose. Di solito aiutano i cortisonici locali o per bocca, uniti all’azione dei detergenti delicati e oleosi per mantenere sempre la pelle ben idratata: è importante perché rende più elastica la cute, aiuta a rimuovere le squame delle lesioni, allevia la secchezza e attenua il prurito».

Prurito intimo e allergie

Tra le cause del prurito non vanno dimenticate le allergie. «Chi ne è predisposto è particolarmente sensibile anche a stimoli leggeri, basta un indumento sintetico, un detergente aggressivo per eccitare le fibre nervose e dare prurito, a volte diffuso, altre localizzato proprio nelle parti intime», dice la ginecologa. La certezza la dà l’allergologo attraverso test allergici, in base al risultato si stabilisce la terapia, a base di cortisonici o antistaminici.

Cause sistemiche del prurito intimo: il diabete

Lo stimolo a grattarsi più raramente è scatenato da malattie di altro tipo. Il diabete, in particolare, è comunemente correlato al problema. Basta un minimo aumento della glicemia per avvertirlo in zone tipiche, come le gambe, la regione palmare delle mani e le piante dei piedi. Si può manifestare anche nella zona genitale, ma il motivo per cui la malattia è collegata al prurito intimo è che chi ne soffre è più a rischio candidosi a causa degli squilibri metabolici che abbassano le difese immunitarie.

«Il fatto che il prurito intimo possa essere spia di problematiche più serie ribadisce che non va sottovalutato», conclude Nappi. «Quando non passa nonostante le cure ci si può rivolgere ad ambulatori specializzati di vulvologia ed eventualmente sottoporsi alla vulvoscopia, un esame di secondo livello utile a valutare in profondità lo stato di salute della vulva e dei tessuti circostanti».

Se il problema è psicologico

Nei momenti di particolare stress, quell’attesa prima di un colloquio di lavoro, di un risultato d’esame, prima di una performance, sarà capitato a tutti di darsi una grattatina. Di solito tra i capelli, sul viso o sul collo. Il prurito, infatti, è anche figlio dell’ansia perché in situazioni del genere il cervello rilascia neurotrasmettitori come il cortisolo e la noradrenalina, che servono all’organismo per alzare la soglia dell’attenzione e dare il massimo. Ma queste sostanze svolgono anche un’azione irritante simile a quella data dall’istamina degli allergeni.

Anche il prurito intimo, quindi, in alcuni casi può essere ricondotto a un problema psicologico. «Talvolta a focalizzare lo stress a livello genitale sono donne che nascondono un problema con la sessualità, il prurito diventa come un impulso alla stimolazione dei genitali», dice la ginecologa Rossella Nappi. «Va da sé che questo tipo di prurito va affrontato con un supporto psicologico. Il medico può solo consigliare pomate lenitive per aiutare le lesioni a ripararsi più in fretta e per ridurre lo stimolo».

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