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Protesi di anca e ginocchio: la guida sugli interventi mininvasivi

Intervista al dottor Enis Rustemi che ci spiega come questi interventi possono far tornare in poco tempo a una vita piena moltissimi pazienti

Sono molti i motivi per cui un ginocchio o l’anca possano fare male. Si va da un infortunio o un trauma, arrivando al progressivo e ineludibile processo di invecchiamento. Man mano che andiamo avanti con l’età, infatti, veniamo tutti colpiti dall’artrosi o osteoartrite: la cartilagine si assottiglia, con la conseguenza che le ossa possano iniziare a sfregarsi tra di loro, provocando dolore e infiammazione.

In Italia l’osteoartrite al ginocchio e all’anca rappresentano un problema comune. Il 40,9% dei pazienti ha problemi alle ginocchia, il 27.9% alle anche.

Protesi di anca e ginocchio: aumenti percentuali importanti per i due interventi

Sempre più italiani scelgono di sottoporsi a un intervento di protesi al ginocchio e all’anca: i dati ufficiali ci dicono che si sono installate quasi 40.000 protesi di anca in un anno e 28.000 per il ginocchio, con aumenti percentuali a due cifre in pochi anni.

Per capire meglio la situazione e approfondire l’utilità degli interventi mininvasivi e guidati da robot, abbiamo incontrato il dottor Enis Rustemi, tra i più importanti chirurghi ortopedici protesici per anca e ginocchio in Italia, esperto proprio nella chirurgia protesica mininvasiva.

Dottore quando è opportuno pensare a un intervento di protesi di anca e ginocchio?

«Un intervento di protesi di anca e ginocchio diventa una scelta opportuna, quando il dolore, da artrosi o da trauma, è così intenso da creare problemi nello svolgimento delle normali attività quotidiane, come ad esempio passeggiare, fare le scale, alzarsi, sdraiarsi, sedersi.

Erroneamente, in molti pensano o che il dolore vada accettato quando si è anziani, perché fisiologico, o molti giovani preferiscono assumere una grande quantità di farmaci antinfiammatori invece di risolvere per sempre il loro problema. In tutti questi casi è opportuno fissare una visita specialistica con un centro in cui sia possibile effettuare una protesi di ginocchio o dell’anca. Spesso infatti i farmaci non servono o riescono solo a metterci una pezza, con la conseguenza che non risolviamo la situazione e dobbiamo fare i conti anche con gli effetti collaterali che gli antinfiammatori hanno, soprattutto a livello di stomaco e intestino».

Dottor Rustemi, quando un medico decide che è giunto il momento dell’intervento di protesi?

«Dopo un’attenta visita si può diagnosticare con precisione il grado di degenerazione eseguendo un esame fisico, utilizzando anche indagini strumentali, come una radiografia o una risonanza magnetica. Insieme, lo specialista ortopedico e il paziente, capiscono se questi sintomi limitanti giustificano un intervento chirurgico.
L’artrosi dell’anca o del ginocchio, se non trattata, può portare a conseguenze serie come obesità, malattie cardiovascolari e sindromi depressive. La limitata mobilità e lo stile di vita sedentario aggravano la situazione, ma l’intervento di protesi rappresenta una soluzione efficace».

Cosa avviene durante l’intervento di protesi all’anca?

«L’intervento di protesi all’anca è una procedura consolidata, basata su anni di ricerca e sperimentazione. Utilizzo una tecnica mininvasiva, che non richiede l’incisione di muscoli e tendini, garantendo un rapido recupero. Gli impianti protesici, realizzati su misura, permettono di ripristinare la funzionalità articolare, migliorando stabilità e mobilità. Grazie alla chirurgia mininvasiva, è possibile preservare la mobilità del paziente e ridurre il tempo di recupero. Dopo l’intervento, i pazienti possono camminare con due stampelle già dal giorno stesso e, in molti casi, abbandonare i supporti entro 2-3 settimane. In alcuni casi, la procedura può essere eseguita in day surgery, con dimissione il giorno dopo l’intervento».

E durante quello del ginocchio?

«Anche per l’artrosi del ginocchio, la chirurgia protesica mininvasiva rappresenta una soluzione efficace. Tra i fattori di rischio vi sono obesità, traumi e sport ad alto impatto come calcio, rugby e pallacanestro. Quando il dolore compromette la qualità della vita, l’intervento di protesi al ginocchio diventa necessario. La tecnica mininvasiva consente di preservare la porzione sana del ginocchio e i legamenti, riducendo il dolore post-operatorio e accelerando il recupero. Gli impianti protesici, personalizzati per ogni paziente, riproducono l’anatomia naturale del ginocchio, permettendo il ritorno a molte attività sportive».

Cosa s’intende per protesi di rivestimento per l’anca?

«Per chi non vuole rinunciare allo sport, la protesi di rivestimento per l’anca è una soluzione ideale. Questo tipo di intervento è indicato per chi pratica attività fisica ad alto impatto, come calcio e corsa, e permette di tornare in forma in poche settimane. Grazie a due superfici metalliche sottili e resistenti, l’articolazione viene ricostruita con precisione, offrendo numerosi vantaggi, tra cui la conservazione dell’osso, riduzione del dolore e rischio quasi nullo di lussazioni».

Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica?

«Si tratta di una chirurgia minivasiva che utilizza piccole incisioni grazie all’uso di strumenti miniaturizzati. Durante l’intervento mi servo di un computer per controllare i movimenti di un braccio robotico che tiene gli strumenti chirurgici. In questo modo si garantisce una maggiore precisione e destrezza, soprattutto per interventi complessi o in zone delicate. La precisione dell’operazione permette anche tempi di recupero più veloci».

Dottor Rustemi, lei è specializzato anche in medicina rigenerativa. Cos’è il trattamento Lipogems?

«È una soluzione rigenerativa innovativa in ortopedia per il trattamento dell’artrosi, delle patologie tendinee e legamentose. Si sfruttano le cellule staminali mesenchimali presenti nel tessuto adiposo per rigenerare e proteggere le aree danneggiate, offrendo un’alternativa alle terapie convenzionali. Si effettua un piccolissimo prelievo di tessuto grasso sottocutaneo dal paziente, solitamente a livello addominale. Le cellule del grasso sono quindi isolate e frammentate in piccole particelle attraverso questa tecnica.
Le cellule staminali così ottenute in forma liquida sono re-iniettate, tramite infiltrazione, nell’area interessata dal danno osteo-articolare o tendineo/legamentoso. In questo modo avremo un effetto rigenerativo e protettivo a livello dell’area trattata, riducendo i sintomi e rallentando l’evoluzione degenerativa».

Quali sono invece i benefici delle infiltrazioni di PRP?

«Le infiltrazioni di Plasma Ricco di Piastrine e di acido ialuronico sono trattamenti utilizzati con successo per patologie ortopediche e muscolo-scheletriche, come artrosi e lesioni tendinee o muscolari. Questi trattamenti agiscono stimolando i processi naturali di guarigione e rigenerazione dei tessuti grazie ai fattori di crescita rilasciati dalle piastrine. Le infiltrazioni di PRP si basano sul prelievo di sangue del paziente, che viene processato tramite doppia centrifugazione per ottenere un concentrato di piastrine quattro volte superiore rispetto al sangue normale. Questo plasma viene poi re-iniettato nell’area da trattare, accelerando la guarigione e migliorando la rigenerazione di cartilagine, muscoli e tendini».

«Il PRP ha effetti antinfiammatori, riducendo il dolore e l’infiammazione locale, e stimola la produzione di collagene, rendendo i tessuti più resistenti e funzionali nel tempo. Viene utilizzato per trattare artrosi dell’anca e del ginocchio, traumi sportivi, lesioni muscolari e tendinopatie croniche. Rispetto alle infiltrazioni di acido ialuronico, il PRP può favorire una più rapida ripresa funzionale e una rigenerazione più efficace dei tessuti danneggiati. Affinché i benefici siano massimizzati, è essenziale che le infiltrazioni siano eseguite da medici esperti in ortopedia rigenerativa».

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