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Problemi di prostata e disturbi sessuali per i maschi italiani

Il 53% dei maschi italiani soffre di prostata e il 30% ha disturbi sessuali ma la gran parte degli uomini fatica ad andare dall'andrologo

Problemi di prostata e disturbi sessuali? In tema di prevenzione gli uomini italiani non sono per niente diligenti: 8 su 10, infatti, non sono mai andati dall’urologo. Un buon 30%, di fronte al sospetto di aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile, preferisce parlarne con un amico piuttosto che andare dal medico. Il quadro non è positivo, considerando che molte patologie urologiche interessano oltre il 51% della popolazione maschile italiana nella fascia di età tra i 25 e i 75 anni, con un sensibile impatto sulla vita personale e di coppia, indipendentemente dall’età.

Patologie e disturbi sessuali più diffusi tra gli uomini

La patologie più diffuse sono:

Gruppo San Donato

Ci sono però anche molti uomini con disturbi sessuali:

  • Disfunzione erettile, (il 15,5% ne è colpito)
  • Eiaculazione precoce, (il 7,5%)
  • Calo della libido (il 7,6%)

A questi problemi si aggiungono in percentuali minori anche disturbi renali (calcoli o malattie oncologiche), o urinari. Stiamo parlando di problemi come la nicturia, la disuria, un senso di svuotamento incompleto della vescica, l’urgenza di fare la pipì e l’aumentata frequenza. Un mix di fattori e sintomi, che vengono spesso trascurati per disinformazione, superficialità, disattenzione o scarsa sensibilizzazione verso le questioni intime.

La complicità femminile è importante

«I risultati emersi con la campagna 2016» spiega Vincenzo Mirone, Professore ordinario di Urologia presso l’Università “Federico II” di Napoli, «hanno rivelato una situazione sessuale critica, soprattutto nella fascia di età compresa fra i 18 ed i 75 anni, dove gli uomini sembrano tornati agli anni Cinquanta, quando il rapporto padre-figlio non prevedeva si affrontassero questi temi e con il medico quasi non si parlava». Questa considerazione, invita a sensibilizzare sulla prevenzione e a promuovere un’educazione culturale alla salute sessuale, anche attraverso la complicità della donna che, in qualità di fidanzata, amica o madre per i più giovani, può svolgere un ruolo fondamentale di convincimento verso visite e controlli.

Sì all’urologo, no alla falsa informazione

La raccomandazione degli esperti della SIU è quella di non recarsi da uno specialista o da un urologo solo alla comparsa del problema, ma di scegliere presto il proprio medico, affidarsi a lui, e farsi monitorare periodicamente, anche nel pieno benessere intimo e sessuale. E assolutamente evitare la falsa informazione tramite fonti non attendibili, reperite casualmente sul web o attraverso il passaparola di amici.

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