Tre donne su dieci soffrono di problemi al pavimento pelvico. Le conseguenze sono importanti: si va dall’incontinenza urinaria, alla malattia emorroidaria, fino al prolasso e alla disfunzione sessuale. Il pavimento pelvico è molto sottovalutato, invece rafforzarlo significa migliorare la propria qualità della vita.
Si parla di una vera e propria epidemia nascosta. Si stima che un terzo delle donne abbia problemi al pavimento pelvico nel corso della loro vita. Il dato sale al 50% per le donne che hanno avuto figli. Un terzo di loro sarà costretta a ricorrere a interventi di chirurgia per cercare di tamponare la situazione.
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Problemi al pavimento pelvico: qual è il ruolo delle ostetriche?
A dare un aiuto importante ci pensano le ostetriche. «Il ruolo dell’ostetrica va dall’assistenza durante gravidanza, parto e puerperio, alla possibilità di portare a termine parti esclusivamente fisiologici in autonomia, all’assistenza al neonato. L’ostetrica si occupa quindi di una visione olistica della prevenzione e della cura della donna nell’arco di tutto il suo percorso vitale. In questo è importante menzionare il suo ruolo nella prevenzione e nel trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico», dice Eleonora Sciascia, ostetrica del Santagostino a Milano. «Le disfunzioni del pavimento pelvico abbracciano una vasta gamma di disturbi legati al malfunzionamento della muscolatura pelvica, così come le alterazioni del supporto agli organi pelvici (prolasso)».
In cosa consiste la rieducazione del pavimento pelvico?
«La rieducazione del pavimento pelvico è qualcosa di più dei cosiddetti esercizi di Kegel. Si basa sulla creazione di un percorso personalizzato e strutturato sullo stile di vita di quella donna. La cura si avvale di diversi strumenti: primo tra tutti gli esercizi a corpo libero di fisiochinesiterapia eventualmente associati a elettrostimolazione o biofeedback. Va assolutamente evitato il fai da te. Senza un corretto inquadramento diagnostico e piano terapeutico non porterà a nessun miglioramento ma probabilmente a un peggioramento dei sintomi».
Le disfunzioni, spesso collegate tra loro, possono essere di tipo:
- urologico,
- ginecologico,
- colorettale.
Problemi al pavimento pelvico: cosa si può fare per l’incontinenza urinaria?
Le disfunzioni urinarie interessano un numero di persone in continuo aumento anche per gli uomini. «Il problema è legato alla perdita involontaria di urine, dovuta sia a cause fisiologiche come stress da sforzo o stimolo incontenibile. Questa patologia è spesso causa di problemi a livello psicologico», continua Sciascia. L’ostetrica può insegnare a muovere i muscoli coinvolti. Un recente studio evidenzia come la pratica della PFMT (allenamento muscolare del pavimento pelvico) dalle prime fasi della gravidanza, aiuti a prevenire l’incontinenza in fasi più avanzate o post-parto. Il trattamento deve durare almeno 6 settimane. Risulta più efficace con la supervisione di personale esperto, rispetto alla pratica individuale.
Il ruolo nel sesso
Spesso le donne con incontinenza da sforzo riferiscono perdita di urina durante la penetrazione. Questo porta a una riduzione della capacità di raggiungimento dell’orgasmo, calo di desiderio, eccitazione, lubrificazione e soddisfazione sessuale. Ma c’è di più. «I muscoli del pavimento pelvico sono direttamente responsabili delle contrazioni involontarie durante l’orgasmo. Un pavimento pelvico forte e tonico consente inoltre di migliorare la salute dell’apparato genitale ed il piacere sessuale, tra cui anche l’orgasmo», dice Sciascia. La riabilitazione del pavimento pelvico ha una grande utilità per contrastare la dispareunia, cioè il dolore nell’area vaginale durante la penetrazione. Un problema che colpisce dall’8 al 21% delle donne.
Problemi al pavimento pelvico: il prolasso
Nei casi peggiori si può assistere a quello che viene definito il prolasso degli organi pelvici. Consiste nella discesa ed eventualmente nella protrusione degli organi dalla vagina anche all’esterno del corpo. È una delle più comuni disfunzioni del pavimento pelvico. Nell’arco della vita infatti, una donna su 11 dovrà ricorrere alla chirurgia per risolvere questo problema.
Le ostetriche spiegano l’importanza del pavimento pelvico?
«Assolutamente sì», spiega Elisa Musolino, ostetrica del Santagostino. «Il corso di accompagnamento alla nascita è, per molte donne, uno dei primi momenti nella vita in cui sentono parlare di pavimento pelvico. I cambiamenti fisici, posturali e ormonali che intercorrono nel corpo femminile con il progredire della gravidanza, hanno effetti sulla statica pelvica, sugli sfinteri (uretrale e anale) e in generale su tutta la struttura muscolare del bacino. Gravidanza e parto sono eventi stressanti per la muscolatura pelvica. È quindi molto importante considerare questi aspetti durante i 9 mesi di gestazione, in preparazione al parto e non dimenticare di prendersene cura nei mesi successivi all’evento nascita».
Come si può valutare lo stato di salute del pavimento pelvico?
«Per conoscerne lo stato di salute è opportuno eseguire una visita di valutazione con un professionista specializzato – avverte Musolino. La valutazione del pavimento pelvico è una visita che consiste in un’accurata anamnesi della donna. Prende in esame lo stato di salute generale (con particolare riguardo all’anamnesi minzionale, defecatoria e sessuale) e gli stili di vita (attività lavorativa, sport, alimentazione..). In secondo luogo si esegue una visita esterna ed interna per valutare la capacità di reclutamento e coordinamento della muscolatura pelvica, i riflessi nervosi ed il tono muscolare. Con tutti gli elementi a disposizione è possibile, per il professionista, dare indicazioni igienico-sanitarie, correggere eventuali stili di vita scorretti e pianificare, se necessario, un percorso di rieducazione perineale personalizzato per ogni paziente».
Gli esercizi, specie all’inizio, sono abbastanza complicati. Come fa l’ostetrica a capire che la paziente sta facendo il lavoro giusto?
«Durante il percorso pianificato con la paziente, sono importanti le sedute con l’ostetrica, ma ancora di più è fondamentale che la paziente segua con costanza e impegno le indicazioni per attivare ed allenare la muscolatura pelvica anche a domicilio. Seduta dopo seduta sarà possibile sia per la paziente verificare i miglioramenti, sia per l’ostetrica sarà possibile apprezzare i risultati ottenuti, confrontarsi con la donna in merito al miglioramento della sintomatologia riferita durante la valutazione e poter integrare con esercizi nuovi», continua Musolino.
Sul web ci sono molti video che tentano di spiegare come fare questi esercizi. Ci si può fidare?
«Sinceramente sconsiglio di affidarsi a metodi “fai da te”. Spesso i blog mostrano soluzioni generiche senza tenere conto delle peculiarità di ogni donna (in termini di età, sintomi o fattori predisponenti, stato di salute..)», avverte l’ostetrica Elisa Musolino. «È sempre opportuno affidarsi a un professionista ed eseguire un’attenta valutazione perché ogni donna ha bisogno di un percorso differente, in termini di approccio, esercizi, tempi e indicazioni igienico-sanitarie. Eseguire esercizi della muscolatura pelvica senza essersi confrontati con un professionista potrebbe non risolvere i disturbi e, in alcuni casi, peggiorarli».
Secondo diversi studi, anche praticare yoga e pilates può essere di grande aiuto. Qual è la sua opinione in merito?
«In linea generale sono d’accordo, anche se va valutato caso per caso ed eventualmente integrare un lavoro di questo tipo con il percorso in ambulatorio. Se la paziente non ha controindicazioni mediche per praticare yoga o pilates, è interessata a frequentare i corsi e magari l’ha già fatto in passato, non escludo la possibilità che possa trovarne beneficio. In questi casi consiglio di fare riferimento a istruttori che abbiano una formazione approfondita sulle tematiche del pavimento pelvico», conclude Musolino.