Salute

Posso confondere una rinite allergica con il coronavirus?

Uscire poco, o non uscire affatto, di casa non ha eliminato il tema delle allergie. Da una parte la quarantena ha risparmiato (in parte) le persone allergiche a pollini o graminacee, ma dall’altra ha aumentato i fastidi di chi è allergico all’inquinamento indoor o agli acari della polvere. Tra i disturbi respiratori causati da questi allergeni soprattutto le riniti.

«Se il naso è esposto continuamente all’allergene che gli provoca fastidio, è come se non riposasse mai» spiega Alberto Macchi, dirigente ASST Sette Laghi Varese Clinica di Otorinolaringoiatria, Università degli Studi dell’Insubria e presidente Accademia Italiana di Rinologia. «E allora il consiglio, anche preventivo, è fare frequenti lavaggi nasali per detergere le cavità e soffiare spesso il naso».

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Riniti: allergiche e non allergiche

Il 50% delle riniti che colpisce la popolazione è allergica. Riprende Macchi: «possono essere legate a un periodo preciso dell’anno, ad esempio quando fioriscono le graminacee, e quindi passeggere; oppure possono essere persistenti se legate ad allergeni a cui siamo esposti sempre, come gli acari della polvere». Un 30% delle riniti riguarda invece quelle non allergiche, tra cui si inserisce il comune raffreddore («una rinite acuta legata al rinovirus. Non c’è terapia specifica, si curano i sintomi con paracetamolo e decongestionanti nasali» sottolinea l’esperto) e altre riniti non allergiche. «Le chiamiamo riniti vasomotorie o cellulari» spiega il presidente IAR «Hanno caratteristiche simili alla forma allergica ma non ne conosciamo ancora l’agente scatenante». C’è poi un 20% di riniti che si divide in forme specifiche meno frequenti, come le riniti gravidiche tipiche delle donne in attesa, o quelle che colpiscono gli anziani.

L’iniziativa: Un Respiro di Salute

Novità particolari sul fronte terapeutico non ce ne sono, ma, come sottolinea Macchi, è importante che le persone siano informate su come utilizzare correttamente i rimedi oggi a disposizione. Un valido aiuto arriva dall’iniziativa Un Respiro di Salute, un sito web che offre approfondimenti e indicazioni su tutto il mondo delle allergie e delle malattie respiratorie. Una parte è dedicata all’aerosolterapia e alle differenze tra nebulizzatori, spray nasali, spray pre-dosati, inalatori, «perché il corretto utilizzo delle terapie fa la differenza».

Sintomi rinite allergica e coronavirus: quali differenze?

Al primo starnuto, colpo di tosse o sensazione di malessere oggi più che alla rinite allergica si pensa al coronavirus. Ma davvero i sintomi delle due patologie si possono confondere? «Direi che le persone allergiche conoscono la loro malattia e sanno riconoscerla senza dubbi quando arriva. Chi invece viene colpito per la prima volta da rinite – e può succedere a qualsiasi età – può distinguerla facilmente. Perché i sintomi sono più nasali e con l’antistaminico passano. Se così non accade bisogna farsi qualche domanda in più» precisa Macchi.

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La perdita di olfatto e gusto: una ricerca mondiale

C’è poi un sintomo specifico di Covid-19, di cui già si è parlato, che riguarda il naso e la bocca. Il dottor Macchi, insieme ad altri 500 esperti in tutto il mondo, sta svolgendo una ricerca che punta a coinvolgere 58 paesi e un milione di persone. «Stiamo sottoponendo le persone che hanno contratto il coronavirus a un questionario sulla perdita di gusto e olfatto» spiega l’esperto. «Riteniamo che possa essere il campanello d’allarme dell’infezione, che compare 4-5 giorni prima di febbre, dispnea e polmonite».

La valutazione di olfatto e gusto (si può fare tramite i quattro sapori principali: sale, zucchero, caffè e limone) potrebbe diventare un parametro da tenere sotto controllo e da utilizzare come sentinella per mettersi in isolamento. «Anche nell’influenza capita, ma di solito durante o dopo, nel Covid-19 invece arriva prima. Si pensa che il virus agisca a livello neurologico, sul nervo olfattivo e gustativo». Lo studio è appena partito, Macchi e colleghi prevedono di iniziare ad analizzare i dati tra circa tre mesi.

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