Focus di Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze all’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
La pica è l’irrefrenabile spinta a mangiare sostanze non commestibili, come l’intonaco, ma anche terra, argilla, carta, carbone, ceneri, fiammiferi o capelli. In alcuni casi si manifesta invece con l’irrazionale necessità di mangiare sostanze commestibili, ma non adatte alla nostra alimentazione: patate, pasta e riso crudi, piante o semi.
CHI COLPISCE. Possono essere vittime della pica le persone con una forte anemia o un deficit di zinco: il ricorso all’intonaco o ad altre sostanze non commestibili va considerato come un modo, sia pure pericoloso, di sopperire alla carenza di elementi nell’organismo. In altri casi, la pica si presenta nelle persone che soffrono di un disturbo psichiatrico come la schizofrenia o l’autismo, o che vivono in precarie condizioni socio economiche o hanno avuto una precoce mancanza d’affetto. Pur essendo un disturbo alimentare abbastanza raro, la pica si presenta con una certa frequenza nei bambini. Può essere un comportamento passeggero dettato dal normalissimo desiderio di esplorare il mondo, ma se persiste va considerato il sintomo di una forma di psicosi.
COME SI CURA. È necessario rivolgersi al medico. Se la pica è dovuta a carenza di ferro o di zinco, può essere superata reintegrando nell’organismo queste sostanze. Se è legata a un disturbo psichiatrico, va combattuta insieme alla patologia maggiore.
Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze all’ospedale Fatebenefratelli di Milano
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