È un coro unanime quello che si leva dalla Società Italiana di Andrologia (SIA): a 18 anni bisognerebbe sottoporsi a una visita dall’andrologo e a uno spermiogramma, per mettere a fuoco la propria fertilità e poter correre ai ripari nel caso fossero presenti eventuali problemi.
La fertilità maschile è in calo
Come fanno notare gli specialisti, negli ultimi 50 anni il numero medio degli spermatozoi si è dimezzato mentre gli italiani ipofertili, cioè che hanno meno di 15 milioni di spermatozoi e una mortalità ridotta del 40%, sono raddoppiati rispetto a 30 anni fa. Le cause di questo cambiamento sono da ricercare soprattutto negli stili di vita errati, ai quali è sottoposta maggiormente la popolazione giovanile: a incidere sulla salute sessuale sono la sedentarietà, le diete sregolate, il sovrappeso, l’obesità e il fumo. A queste cattive abitudini, poi, si aggiungono patologie che possono insorgere già nell’infanzia o nell’adolescenza, come il criptorchidismo, le infezioni ai testicoli, la torsione del funicolo spermatico, il varicocele e le malattie sessualmente trasmissibili, che possono mettere in pericolo la fertilità.
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A 18 anni si deve fare un “tagliando” della fertilità
«Queste condizioni sono facilmente diagnosticabili con una visita andrologica dopo la pubertà» dice Bruno Giammusso, presidente della Commissione Scientifica SIA. Un check-up della salute sessuale al compimento dei 18 anni, infatti, è il modo migliore per intervenire prima che si siano instaurati problemi poi difficili da risolvere. «A quest’età, quindi, un controllo dal medico è raccomandabile a tutti i ragazzi, i quali dovrebbero sottoporsi anche a uno spermiogramma, un esame semplice e poco costoso, che consente di far luce su eventuali disturbi della fertilità» conclude l’andrologo.
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