Diecimila passi al giorno. Medici e mezzi di informazione ci hanno martellati sul numero magico della salute. Chiunque si sia cimentato con questo ambizioso obiettivo si è reso conto non essere semplicissimo da raggiungere. Del resto i 10.000 passi raccomandati corrispondono più o meno a 7 chilometri.
Cosa c’è di scientifico dietro i 10.000 passi?
Perché si è deciso che i passi fossero proprio 10.000? Lo ha deciso un consesso di esperti internazionali? Come spesso accade anche in questo caso molto è legato al marketing. La cifra è nata da una campagna pubblicitaria giapponese degli anni Sessanta. Nel tentativo di cavalcare l’entusiasmo delle Olimpiadi di Tokyo, un marchio iniziò a pubblicizzare il primo contapassi della storia dal nome “manpo-kei”, che in italiano significa 10.000 passi.
I benefici dei 10.000 passi al giorno
Ovviamente questo non significa che non ci siano prove scientifiche sul fatto che fare 10.000 passi al giorno non diano importanti benefici alla nostra salute. Molte ricerche internazionali hanno confermato che aiutano a tenere lontano le principali malattie croniche, come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di tumore.
Se ne possono fare anche di meno per avere benefici?
Finalmente però si sta investigando su quanti passi siano sufficienti per abbassare il rischio di ammalarci. In parole povere, bisogna fare per forza 10.000 passi o se ne possono fare anche di meno?
A questa domanda ha risposto un nuovo studio del Brigham and Women’s Hospital di Boston, uno degli istituti di ricerca e cura sui problemi delle donne più importante al mondo. Secondo i ricercatori potrebbero bastare 4.400 passi al giorno, una meta molto più semplice da raggiungere. Già ora fanno notare gli scienziati la media di passi che ogni americano adulto fa al giorno è tra i 4.000 e i 5.000.
La ricerca americana
Per raggiungere i loro risultati il team ha analizzato i dati di quasi 17.000 donne con un’età media di 72 anni, che per sette giorni hanno indossato un accelerometro sulle anche, che è il posto migliore per contare i passi. Dopo aver registrato i dati i ricercatori hanno seguito le partecipanti per almeno 4 anni. In quel periodo sono morte 504 persone.
Cosa dicono i risultati?
Una successiva analisi dei dati ha scoperto che tra le donne che avevano perso la vita 275 non avevano fatto più di 2.700 passi al giorno. Chi invece aveva fatto 4.400 passi al giorno invece abbassava il rischio di morte del 41 per cento.
Attenzione, questo non significa che farne 4.400 o 10.000 sia uguale. «Più passi si fanno, meglio è» spiega I-Min Lee, primo autore dello studio. C’è però un limite, che segna il momento in cui fare più passi non abbassa più il rischio. «Oltre i 7.500 passi non abbiamo più miglioramenti nell’abbassamentom del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari» afferma Lee.
C’è differenza se i nostri passi sono lenti o veloci?
Anche a questa domanda risponde lo studio, con un secco no. L’importante è fare i passi, non la velocità con la quale si fanno. «La nostra ricerca – ha spiegato Lee – si è focalizzato solo sul rischio di morte presunta. Quindi non abbiamo indagato sugli effetti dei 10.000 passi sulle funzioni cognitive. Lo faremo in futuro».
Questo discorso vale solo per le donne?
«Sappiamo – ha detto Lee- che i risultati tra attività fisica e salute sono simili tra uomini e donne».
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