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Rimuovere un tattoo
C’è chi ha rotto con il fidanzato, chi si recrimina di aver scelto un soggetto piuttosto discutibile, chi deve entrare nelle forze dell’ordine e chi vuol far posto a qualche altra opera d’arte: si sta allungando sempre di più la lista dei pentiti del tatuaggio, cioè quelli che pur di non vedere più quell’immagine sulla propria pelle sono disposti a ricorrere a trattamenti laser e a sottoporsi a un bel po’ di sedute. Ma quale trattamento ha a disposizione lo specialista per eliminare il tattoo? È efficace? Ci spiega tutto Giuseppe Scarcella, specialista dermatologo e Responsabile nazionale del Dipartimento Laser ISPLAD.
Laser a nanosecondi:
i limiti di questo “vecchio” trattamento
Fino a qualche anno fa per la rimozione dei tatuaggi si utilizzava il laser a nanosecondi ma, con l’evoluzione dei pigmenti impiegati, questo strumento ha iniziato a presentare alcuni limiti. I tattoo, infatti, cominciavano a essere spesso policromi e realizzati con colori pastello, composti da granuli molto piccoli: il laser a nanosecondi non era in grado di individuarli e di frantumarli. Inoltre questo trattamento non era del tutto risolutivo perché molti dei tatuaggi neri si schiarivano ma non venivano rimossi definitivamente.
Laser a picosecondi:
una grande novità
Attualmente, per eliminare i tatuaggi, si utilizza il laser a picosecondi con tre lunghezze d’onda, che è l’evoluzione dello strumento precedente. Questo trattamento consente di eliminare anche i colori più difficili (come l’azzurro, il verde, il viola) e i neri di elevata intensità. Si tratta di un laser adatto a tutti i fototipi, anche quelli più chiari, e non presenta alcuna controindicazione.
Quante sedute occorrono
Il numero di sedute dipende fondamentalmente dalla presenza di colori, dalla loro densità, dall’anzianità del tatuaggio e dalla sede. Sulla caviglia e sul polso, ad esempio, si fa più fatica a rimuovere un tattoo rispetto al tronco o al deltoide. Comunque, considerando un disegno colorato, di media intensità, sono necessarie e sufficienti circa 6 sedute.
Poco doloroso
Sottoporsi al laser a picosecondi è un po’ meno doloroso rispetto a quello a nanosecondi ma nel complesso è un trattamento abbastanza fastidioso.
Non rimangono segni sulla pelle
Se non è necessario un gran numero di sedute, la cute resta pressoché integra e non presenta alcun segno.
Accorgimenti
È importantissimo che dopo la seduta di rimozione del tatuaggio non ci si esponga alle radiazioni solari per almeno un mese e mezzo.
Chiara Caretoni
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