Il biossido di azoto (NO2), l’inquinante che viene normalmente generato a seguito di processi di combustione e che contribuisce a formare lo smog fotochimico, non solo è scientificamente correlato all’insorgenza di tumori polmonari: uno studio pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, infatti, ha dimostrato la relazione tra l’inquinamento atmosferico e la formazione di macchie scure sulla pelle.
Finora gli effetti dell’NO2 sull’epidermide dell’uomo non erano mai stati indagati approfonditamente ma da questo studio si evince che l’esposizione continua allo smog altera lo stato di salute della nostra pelle, provocando la comparsa di macchie scure.
Lo studio è stato condotto su due gruppi di persone: il primo ha preso in considerazione 806 donne tedesche (delle quali il 20% fumatrici) con un’età media di 73.5 anni e una media di 2.6 ore al giorno trascorse sotto al sole, con i livelli di NO2 attestati intorno ai 28.8 µg/m3. Il secondo, invece, ha incluso 743 donne cinesi (delle quali il 20% fumatrici) con un’età media di 59 anni e un’esposizione al sole giornaliera di 3.5 ore, con i livelli di NO2 sui 24.1 µg/m3.
Studiando l’evoluzione e l’invecchiamento della pelle del viso di entrambe le etnie, è stata riscontrata una connessione tra i livelli di biossido di azoto e la comparsa di macchie scure sul volto delle donne di età superiore ai 50 anni: ad ogni aumento di 10 µg/m3 di biossido di azoto corrisponde un incremento di circa il 25% di macchie scure sulle guance.
Nessuna correlazione invece è stata osservata tra i livelli di NO2 e la formazione di macchie scure sul dorso delle mani o sugli gli avambracci.
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