In Italia ne soffre in forme più o meno gravi, o lievi, circa il 30 per cento dei bambini tra i 0 e 14 anni, ma negli ultimi anni la dermatite atopica sta aumentando anche dopo i 14 anni, tra gli adolescenti. E’ una patologia che coinvolge tutta la famiglia, dai risvolti psicologici importanti. Imparare a conviverci si può, soprattutto per evitare l’insorgere di recidive. Ne abbiamo parlato con la professoressa Anna Burroni, dermatologa, lavora presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Genova. È docente di counseling presso la Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Genova ed è Presidente della SIDEP (Società Italiana Dermatologia Psicosomatica).
Come si manifesta la dermatite atopica?
La dermatite atopica è una forma eczematosa cronica molto comune nei bambini. La cute presenta zone eritematose con presenza di vescicole e/o zone xerosiche (molto secche). Nel primo anno di vita, l’eczema atopico colpisce le zone cosiddette «convesse» del volto (guance e fronte), le braccia e l’addome del lattante. L’eczema atopico del lattante peggiora spesso in coincidenza con la dentizione e le infezioni rinofaringee.
Passato l’anno, nel corso dei mesi, le placche d’eczema lasciano le parti «convesse» del corpo per situarsi nelle pieghe, quelle di gomiti, gambe o dietro le orecchie, quest’ultimo punto è del tutto caratteristico della dermatite atopica.
Verso i tre-quattro anni, l’eczema colpisce in prevalenza le pieghe dei gomiti e delle ginocchia, ma
anche le mani e il volto intorno alla bocca e sulle palpebre.
Negli adolescenti le zone interessate sono più frequentemente quelle di testa e collo, molto visibili dunque, con un serio impatto psicologico. Nell’adulto, se la dermatite persiste, le parti più colpite sono il volto, il collo e le mani.
Il sintomo principale della dermatite atopica è il prurito, anche notturno che porta il paziente a grattarsi anche quando dorme.
Come mai colpisce maggiormente i bambini?
Prima di tutto per un discorso immunologico, nei bambini il sistema immunitario non funziona ancora a regime, basta notare che col progredire dell’età e delle difese immunitarie il disturbo si presenta molto più raramente. In seconda battuta per un difetto della barriera cutanea.
La dermatite atopica è una malattia geneticamente determinata, esiste una famigliarità, una predisposizione nei soggetti colpiti. La prevenzione, purtroppo, nulla può, ma è molto importante invece il discorso della gestione della malattia sia quando si manifesta, sia per evitare recidive.
Quali vantaggi offre l’educazione terapeutica?
Questo tipo di disciplina non è molto nota in Italia, mentre negli altri paesi è una pratica largamente utilizzata; in Francia ad esempio è tra i diritti del paziente sottoporsi a sedute di educazione terapeutica. In particolare per la gestione della dermatite atopica questi gruppi terapeutici sono di grande sostegno, aiutano ad affrontare nel modo corretto non soltanto la fase acuta, ma soprattutto il mantenimento per evitare il ripresentarsi della malattia.
I gruppi sono formati da massimo 15 persone, o tutti della stessa fascia di età, come gli adolescenti o gli adulti, o dai genitori dei bambini che soffrono di dermatite atopica. Si partecipa a tre incontri di un’ora ciascuno e, una volta terminati, l’educatore può essere contattato direttamente dai pazienti che necessitano di consigli o assistenza. A distanza di sei mesi si effettua un ulteriore incontro di gruppo aggiornamento.
Quale tipo di terapia è efficace per contrastare la malattia?
La fase acuta, se curata adeguatamente, si risolve nel giro di qualche giorno. La terapia di attacco è sempre cortisonica, sotto forma di crema, eccezionalmente per via sistemica. Nella fase intermedia (quando i sintomi tendono a regredire) si utilizzano gli inibitori topici della calcineurina, per circa una settimana, ma solo nei pazienti al di sopra dei due anni di età.
La fase più importante è quella del mantenimento, che aiuta a prevenire le recidive e deve essere un’abitudine quotidiana. Si realizza con creme idratanti ed emollienti da applicare su tutto il corpo, possibilmente due volte al giorno. L’idratazione per chi soffre di dermatite atopica è fondamentale, spesso i soggetti hanno la pelle secca, e mantenerla morbida è il primo passo per prevenire l’insorgenza di nuovi episodi. Infine, i probiotici sono oggi una nuova frontiera terapeutica per la dermatite atopica in tutte le sue fasi.
È vero che esiste un risvolto psicologico importante tra i fattori scatenanti di questa malattia?
Si. Alcuni studi ne evidenziano l’importanza. Tra i fattori scatenanti, che sono numerosi, ci sono anche l’eccessiva sudorazione, i cambiamenti climatici e gli eventi emozionali, che possono predisporre al presentarsi di recidive. Non esiste una stagionalità vera e propria di questo disturbo, anche se d’estate si verificano meno episodi perché il sole ha una funzione terapeutica.