Salute

Pelle e sole: stiamo esagerando con la protezione?     

Secondo alcuni esperti non bisogna demonizzare del tutto l’abbronzatura, ma cercare un bilanciamento tra danni e benefici. I consigli da seguire per una tintarella sana e per fare il pieno di vitamina D 

Pelle e sole: per anni ci è stato ripetuto che il sole invecchia precocemente la pelle, favorisce la comparsa di macchie brune antiestetiche e aumenta il rischio di melanoma, il tumore cutaneo più temibile. Di conseguenza, il diktat era di applicare generosamente una crema con un alto fattore di protezione, sempre e ovunque: al mare, in montagna, in città, all’aperto e in ufficio, con cielo sereno o nuvoloso. Tuttavia, è ben noto che i raggi del sole offrono anche molti benefici.

Un approccio bilanciato all’esposizione solare

L’ultima tendenza tra gli esperti è quella di non demonizzare la tintarella, ma di cercare un ragionevole bilanciamento tra pro e contro. Le linee guida pubblicate recentemente sull’Australian and New Zealand Journal of Public Health, frutto di un meeting tra i maggiori specialisti del settore, vanno in questa direzione.

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Vitamina D e Melanina: Sensibilità al Sole

«Gli studi più aggiornati considerano anzitutto il fototipo, classificazione determinata dalla quantità di melanina presente nella pelle, che distingue sei categorie: dall’1, che ne contiene meno, al 6, che ne contiene di più», spiega Federica Tomelleri, responsabile del servizio di Dermatologia dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona).

«Il secondo parametro è la vitamina D, che è un ormone prodotto in gran parte dalla pelle grazie ai raggi UVB. Questa sostanza è implicata nell’assorbimento del calcio, essenziale per la salute delle ossa, la funzionalità dei muscoli, il rinnovamento delle cellule, la modulazione del sistema immunitario e la regolazione dell’apparato cardiovascolare e dei livelli di insulina».

Gli individui con pelle scura richiedono livelli maggiori di sole per generare la stessa quantità di vitamina D di quelli con pelle chiara. Oltre al fototipo e alla vitamina D, altri fattori da considerare sono latitudine, posizione geografica, stagione e ora del giorno.

Pelle Chiara: Protezione Alta Costante

«Le persone con pelle chiara (fototipi 1 e 2) sono ad alto rischio di melanoma e devono usare una protezione SPF 50+ durante la primavera e l’estate e ogni volta che sono all’aperto», continua la dermatologa. «È consigliabile indossare anche cappelli, magliette e occhiali da sole». Per questi individui, l’esposizione solare deve essere ridotta al minimo e il fabbisogno di vitamina D deve essere soddisfatto tramite integratori, da assumere sempre sotto controllo medico.

Pelle Olivastra: SPF 30 Solo in Estate

Le persone con pelle olivastra o marrone chiaro (fototipi 3 e 4) hanno un rischio intermedio di melanoma e dovrebbero usare una protezione SPF 30 durante l’estate tra le 10 e le 17 se stanno all’aperto. Per ottenere una dose sufficiente di UVB per la vitamina D, sono sufficienti meno di dieci minuti all’aperto per almeno quattro giorni alla settimana in estate, con un’esposizione corporea del 35%. In inverno, nelle giornate soleggiate, sono sufficienti circa 30 minuti a mezzogiorno.

Pelle Scura: Protezione Raramente Necessaria

Le persone con pelle molto pigmentata (fototipi 5 e 6) hanno un basso rischio di melanoma e non necessitano di protezione di routine, a meno che non trascorrano più di un’ora all’aperto nelle ore centrali della giornata. Per mantenere un adeguato livello di vitamina D, dovrebbero esporsi per circa 20 minuti tra le 10 e le 16 in estate, aumentando fino a un’ora in inverno.

Suggerimenti per Tutti

Due sono i consigli di Tomelleri per affrontare i mesi estivi in sicurezza:

  1. Preferire i prodotti suggeriti dal dermatologo, acquistabili in farmacia, che assicurano l’effettiva corrispondenza tra l’SPF dichiarato sulla confezione e quello presente nella formulazione.
  2. Applicare la protezione ogni due-tre ore, soprattutto dopo il bagno. Nessuna lozione è resistente all’acqua, tanto meno quelle spray, che sono più leggere e persistono meno sulla pelle.

Conclusione

L’esposizione al sole comporta rischi e benefici. Un approccio bilanciato e personalizzato basato sul fototipo e altri fattori può aiutare a massimizzare i benefici della vitamina D riducendo al minimo i rischi per la pelle.

Testo di Paola Arosio

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