Salute

Pitiriasi versicolor: cause, sintomi e cure del «fungo di mare»

Piccole chiazze chiare, che si espandono dal collo alle braccia fino al torace. È la pitiriasi versicolor, anche detta fungo di mare, che può risolversi con detergenti a pH acido e farmaci antimicotici topici

Come ogni estate gli studi dei dermatologi si riempiono di pazienti con piccole chiazze chiare, che si espandono dal collo alle braccia e giù fino al torace. Si tratta di pitiriasi versicolor, chiamata comunemente fungo di mare, cioè una malattia benigna della pelle causata dall’infezione del fungo Pityrosporum orbicolare o Malassezia furfur.

Questo microorganismo vive normalmente sulla cute senza arrecare disturbi. Tuttavia in alcune circostanze può diventare patogeno e interferire con la pigmentazione della pelle, provocando la comparsa di macchie chiare. Il dermatologo Paolo Piazza spiega in quali casi può comparire la patologia e come si può intervenire.

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Quali sono i fattori scatenanti?

Come abbiamo detto, il Pityrosporum orbicolare o Malassezia furfur è presente normalmente sulla pelle sana senza creare disturbi.

Quando il microorganismo diventa patogeno, inizia a produrre l’acido azelaico, che è responsabile della decolorazione della pelle.

In presenza di alcuni fattori scatenanti, però, il microorganismo diventa aggressivo e provoca il fungo di mare. La proliferazione del fungo e la conseguente infezione sono provocate da:

  • climi e/o ambienti caldi-umidi (ecco perché compare soprattutto in estate),
  • sudorazione eccessiva,
  • cambiamenti ormonali,
  • pelle grassa,
  • deficit del sistema immunitario.

In quali soggetti è più frequente?

La pitiriasi versicolor si sviluppa soprattutto negli adolescenti e nei giovani dai 20 ai 30 anni. In questi individui, infatti, sussistono due condizioni classiche per la proliferazione del fungo: l’aumento del sebo e le alterazioni del pH cutaneo.

Come si manifesta?

L’infezione fungo di mare dà origine a delle macchie chiare sulla pelle, che virano dal color rosa al camoscio al bianco: di qui la definizione di «versicolor», dal latino «cambio di colore». Le chiazze si estendono principalmente su schiena, torace, collo e braccia.

Possono comparire anche un lieve prurito e una desquamazione della cute. La malattia, che non è contagiosa, non provoca però dolore o altri fastidi. Ha un andamento recidivante, cioè tende a ripresentarsi più volte nell’arco della vita.

Come si diagnostica il fungo di mare?

La diagnosi del fungo di mare avviene con l’osservazione clinica. Il dermatologo può avvalersi anche della lampada di Wood, cioè una lampada a raggi ultravioletti che consente di esaminare in maniera approfondita la pelle. Le macchie tipiche di questa infezione si distinguono per l’emissione di fluorescenza giallo-verde.

Come si cura il fungo di mare?

Non esiste un prodotto che permetta di scurire le chiazze rapidamente, per questo è importante intervenire in tempo, non appena si dovessero notare le prime chiazze. Curandosi tempestivamente, si eviterà l’estensione del fungo di mare in estate.

Il dermatologo può prescrivere saponi/detergenti a pH acido per l’igiene quotidiana e farmaci antimicotici sotto forma di spray, schiume, pomate da applicare sulle zone colpite.

La terapia antimicotica orale, invece, è tendenzialmente sconsigliata e indicata solo nei casi in cui il fungo di mare sia eccessivamente esteso. I detergenti e gli antimicotici topici intervengono sull’azione patogena del microorganismo ma non sono in grado di stimolare la produzione di melanina, il pigmento che conferisce il colore alla pelle. Pertanto, le chiazze bianche potrebbero persistere per settimane o mesi anche dopo la terapia.

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