In presenza di alcuni disturbi che possono far sospettare un mal funzionamento del colon, cioè l’ultimo tratto dell’intestino, il medico può consigliarci di sottoporci a una colonscopia per capire meglio di cosa si tratta.
Cosa può emergere dalla colonscopia
La colonscopia è una tecnica diagnostica attraverso la quale è possibile diagnosticare infiammazioni, neoplasie o lesioni di vario tipo. Si tratta di un esame fondamentale per lo screening dei tumori del colon-retto e per l’individuazione e l’asportazione di eventuali polipi.
Qualcuno, però, teme quest’esame
Il problema è che questo esame, che permette di esaminare le superfici del colon attraverso l’inserimento nell’ano di un sondino endoscopico a fibre ottiche con telecamera, fa paura a tante persone: oltre all’imbarazzo e al senso di vergogna, molti temono di avvertire dolore e fastidi durante la colonscopia e che la procedura sia altamente invasiva. È per questo motivo che spesso ci si chiede se esistano esami alternativi e altrettanto efficaci. Al quesito risponde Roberto Penagini (puoi chiedergli un consulto qui), Professore di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Milano e Responsabile del Servizio di Endoscopia presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.
Chiara Caretoni
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