Una camminata veloce rallenta l’invecchiamento. Sappiamo da anni che una passeggiata a passo svelto ha un impatto positivo sulla nostra salute. Se abbiamo l’abitudine di fare camminate veloci di almeno 30-35 minuti al giorno abbiamo benefici al cuore e ai polmoni. Si rinforzano anche i muscoli delle gambe e migliora la circolazione.
Le calorie consumate in mezz’ora sono più o meno 250, quindi può aiutare anche a raggiungere il deficit calorico che ci permette di tenere sotto controllo il peso. La camminata aiuta anche ad abbassare i livelli di colesterolo e a regolare la glicemia. Insomma sono molti i vantaggi.
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Camminata veloce rallenta l’invecchiamento: ecco cosa ha scoperto la ricerca italiana
Ora una ricerca italiana ha dimostrato per la prima volta in modo scientifico che la passeggiata veloce rallenta:
- l’attività molecolare di invecchiamento,
- l’autoproduzione di cartilagine,
- i processi degenerativi dell’età.
Lo studio ha visto la collaborazione tra l’Uoc di Recupero e Rieducazione Funzionale e della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’Università di Verona. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica International Journal of Molecular Sciences. È la prima volta che una ricerca certifica l’effetto sul rallentamento dell’invecchiamento molecolare e dell’autoproduzione del collagene.
Quanto deve durare la camminata veloce per ottenere risultati?
La dose di attività fisica giusta per ottenere questi risultati prevede almeno tre sessioni di camminata veloce a settimana per un totale di 4 settimane.
- I primi dieci minuti sono dedicati alla fase di riscaldamento, con una camminata a bassa intensità.
- Nei successivi 30 minuti il passo si fa decisamente più veloce con un andamento medio tra i 6 e gli 8,5 chilometri orari.
- Si chiude con 5 minuti di defaticamento.
Camminata veloce rallenta l’invecchiamento: il ruolo della molecola mIR-146b
I ricercatori si sono concentrati sulla molecola mIR-146b. Inibirla permette di raggiungere un invecchiamento più sano. Il primo punto è che questa molecola è più presente nelle donne che negli uomini. Nei maschi la miR-146b aumenta intorno ai 42 anni, per poi mantenersi su livelli costanti.
Una vita sedentaria peggiora la qualità della vita
Sappiamo che una vita sedentaria è una delle cause di diverse malattie croniche, come quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di tumore. Di contro l’abitudine di essere attivi abbassa il rischio di sviluppare queste patologie. Chi fa attività fisica in modo costante e regolare, ha livelli bassi di miR-146b. Contestualmente assistiamo a una diminuzione delle cellule adipogeniche, in pratica il tessuto adiposo, e a un miglioramento della cartilagine.
Ma c’è di più. Oltre a benefici per le preziose cartilagini, previene anche le malattie osteoarticolari. Diventa quindi un imperativo seguire uno stile di vita sano per non incorrere in questi importanti problemi di salute, che peggiora in modo significativo la qualità della vita.