Una terapia con cellule staminali contro il Parkinson. La neurodegenerazione rappresenta una delle sfide mediche più complesse del prossimo decennio. Tra le soluzioni più promettenti emergono le cellule staminali embrionali, protagoniste di avanzamenti rivoluzionari nella cura di malattie come il Parkinson.
In questo contesto, il progetto europeo Stem-PD segna una pietra miliare con il primo studio clinico di trapianto di neuroni dopaminergici derivati da cellule staminali embrionali umane.
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La sperimentazione clinica: un Traguardo di 16 anni
Dopo 16 anni di ricerca la sperimentazione clinica per il Parkinson ha preso il via, grazie alla collaborazione di tre consorzi internazionali finanziati dall’Unione Europea. Il progetto è coordinato dal Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali dell’Università di Milano, diretto dalla farmacologa e senatrice a vita Elena Cattaneo.
Il principio su cui si basa la sperimentazione è chiaro: “se non si può curare, si prova a sostituire”. I neuroni dopaminergici, cruciali per movimento, cognizione e motivazione, degenerano nei pazienti affetti da Parkinson. Il trapianto di questi neuroni rappresenta una strada promettente per contrastare la malattia, un’idea nata mezzo secolo fa e resa possibile solo negli ultimi 25 anni con la scoperta delle staminali embrionali.
Le tappe della ricerca
La sperimentazione ha attraversato fasi fondamentali:
- Sviluppo in laboratorio: protocolli per creare neuroni simili a quelli che degenerano nel cervello dei pazienti.
- Sicurezza: test su modelli animali per eliminare il rischio di crescita tumorale.
- Autorizzazioni: il via libera dell’EMA per i trapianti clinici sull’uomo.
Dal febbraio 2023, i primi trapianti sono stati eseguiti in Svezia e nel Regno Unito, coinvolgendo otto pazienti che saranno monitorati fino a ottobre 2024. I risultati preliminari sono attesi per il 2026.
Risultati promettenti: produzione di dopamina e miglioramento dei sintomi
I dati iniziali dai test condotti dal Sloan Kettering Cancer Center negli Stati Uniti sono incoraggianti. Le cellule trapiantate non solo sopravvivono, ma producono dopamina, formano connessioni funzionali e migliorano progressivamente i sintomi motori.
Questi risultati aprono la strada a ulteriori applicazioni in malattie come l’Huntington, l’ictus e le demenze, dove sono richieste connessioni neurali più complesse.
Le barriere legislative: un ostacolo alla ricerca
Nonostante i progressi, in Italia la ricerca sulle staminali embrionali è limitata dalla legge 40/2004, che vieta l’utilizzo delle blastocisti sovrannumerarie destinate alla distruzione. Questo costringe gli scienziati italiani a importare cellule dall’estero, rallentando il progresso scientifico. Secondo Elena Cattaneo, è fondamentale superare questi divieti per creare uno spazio di ricerca competitivo e libero in Europa.
Conclusioni: una nuova speranza per la cura delle malattie neurodegenerative
Il progetto Stem-PD rappresenta un punto di svolta nella lotta contro il Parkinson e altre malattie neurodegenerative. Grazie all’innovazione nelle terapie con cellule staminali, le prospettive per i pazienti sono sempre più concrete. Superare le barriere legislative e continuare a finanziare la ricerca di base sono passi cruciali per accelerare queste scoperte rivoluzionarie.