Per mettere a punto terapie mirate e tecniche riabilitative sempre più personalizzate è necessario comprendere appieno le problematiche del controllo posturale e locomotorio delle persone con malattia di Parkinson. Su questo presupposto si fonda il nuovo laboratorio di Analisi del Movimento italiano, realizzato presso l’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano, in collaborazione con il medesimo nosocomio e l’Ospedale Universitario di Würzburg, in Germania, e con il contributo della Fondazione Grigioni.
Cosa si fa nel laboratorio
«Questo laboratorio è stato realizzato con l’obiettivo di acquisire nuove conoscenze relative ai disturbi motori al fine di fornire ai pazienti un trattamento e una modalità riabilitativa sempre più personalizzata» conferma Gianni Pezzoli, Presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson. Ma cosa viene fatto all’interno di questo centro all’avanguardia? Il paziente viene sottoposto a valutazioni cinematiche del cammino (ad esempio si analizzano lunghezza e velocità del passo), a indagini dinamiche (come le reazioni di forza con il terreno), elettromiografiche ed elettroencefalografiche. L’individuo, inoltre, viene invitato a camminare in ambienti di realtà virtuale immersiva, che riproducono le situazioni più difficili nella loro vita quotidiana, come attraversare una strada affollata, che sono ad alto rischio per la comparsa di cadute o specifici problemi del cammino di questa malattia.
Il primo passo verso la neurostimolazione
La valutazione multifattoriale del movimento della persona con Parkinson consente di ideare e programmare nuove strategie riabilitative e terapeutiche, soprattutto di neurostimolazione, che permettono una modulazione in base alle esigenze cliniche individuali del paziente e alle varie attività quotidiane. Questa linea di ricerca, già intrapresa in Germania, verrà avviata anche nel nuovo laboratorio italiano, dove verranno impiegati dispositivi innovativi che sono in grado di stimolare e contemporaneamente registrare l’attività delle aree cerebrali. «Solo monitorando in modo molto preciso il deragliamento dell’attività neurale, correlato a ciascun sintomo di questa patologia, potremo mettere a punto neurostimolatori di tipo adattativo realmente efficaci» conferma Ioannis U. Isaias, Ordinario di Neurologia UKW-Università di Würzburg.
Si sta già lavorando sul freezing
Gli specialisti tedeschi stanno già lavorando sul freezing della marcia, ossia il blocco motorio improvviso, durante il quale i piedi dell’individuo sembrano letteralmente incollati al pavimento e incapaci di muoversi normalmente. In quest’ambito di ricerca, gli studiosi hanno registrato l’attività della corteccia cerebrale motoria e del nucleo subtalmico prima, durante e dopo la comparsa di questo sintomo, che è uno dei più gravi e invalidanti. Dai dati raccolti è emerso che, durante questi episodi, i pazienti mostrano una perdita funzionale della connettività tra queste due regioni cerebrali, come se smettessero in modo transitorio di comunicare. «L’obiettivo è ora quello di poter replicare questa tipologia di analisi anche nel nuovo laboratorio italiano al fine di approfondire altre problematiche del cammino, che resta uno degli aspetti della malattia meno controllati dalla terapia e dalla stimolazione cerebrale profonda» conclude Isaias.
Chi può accedere al laboratorio
Tutti i pazienti con malattia di Parkinson potranno eseguire un’analisi del cammino nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale. In questa prima fase di installazione del laboratorio, però, questa attività è limitata a progetti di ricerca per parkinsoniani con specifiche problematiche locomotorie.
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