La disinformazione sul Papilloma Virus Umano è ancora tanta. Approfondiamo il tema con Michele Dicecca, ginecologo dell’Ospedale “Di Venere” di Bari, esperto nella diagnosi e nel trattamento mediante laser CO2 delle patologie displastiche ed HPV correlate (puoi chiedergli un consulto).
In questo articolo
HPV o Papilloma Virus Umano. Di che cosa si tratta?
Il Papilloma Virus Umano o HPV (“Human Papilloma Virus”) è un virus che appartiene al gruppo dei Papilloma virus, virus a DNA. Provoca un’infezione molto spesso a carico degli organi del basso tratto genitale. Ci sono un centinaio di ceppi di papilloma virus. Soltanto una ventina di questi però sono più pericolosi e cioè ad alto rischio oncogeno. Tra questi, quelli identificati con il numero 16/18 sono responsabili del 70% del tumore del collo uterino, vagina e vulva. Che cosa significa ad alto rischio? Che sono responsabili nel determinismo dei tumori maligni del tratto genitale inferiore.
Va comunque sottolineato che nell’80% dei casi l’infezione regredisce spontaneamente, senza alcuna conseguenza, dopo alcune settimane o fino a 24 mesi. Nel 20% dei casi, invece, la lesione persiste e si può manifestare sotto forma di:
- verruche, cioè di condilomi ben visibili a occhio nudo,
- formazioni visibili solo con esame colposcopico (la cosiddetta colposcopia) oppure ancora solo con il Pap Test (in cui si nota un danno alla cellula).
Alcuni non guariscono perché il virus persiste fino a entrare nel nucleo della cellula provocando il cancro.
Il virus attacca le mucose nella parte più profonda, entra nella cellula ma non la uccide, bensì la sfrutta per riprodursi. È un tipo di virus infido e pericoloso perché, non venendo a contatto con il sangue, non permette al nostro corpo di attivare le difese immunitarie. I danni più gravi li provoca più frequentemente a carico della cervice uterina.
Come avviene il contagio e quali sono i sintomi?
L’HPV è un tipo di infezione che riguarda la coppia. Il virus entra per contagio attraverso lesioni che si creano sulla cute o sulle mucose. Può colpire i genitali, ma anche la bocca, la lingua, le corde vocali. In alcuni casi, si può contrarre il virus da biancheria da bagno infetta in situazioni di scarsa igiene. Si trasmette, nel 98% dei casi, per contagio sessuale.
Nella maggior parte dei casi il disturbo è asintomatico. L’espressione tipica del virus è un aumento della cheratosi caratterizzata dai condilomi acuminati, cioè verruche simili a brufoli che compaiono sui genitali femminili e maschili. Spesso il paziente avverte un senso di “ispessimento” della cute nell’area genitale.
Quale stile di vita è bene adottare per prevenire il contagio?
La promiscuità sessuale favorisce il contagio. È importante ricordare che durante la propria vita, l’80% delle coppie sessualmente attive viene a contatto con il virus, che nella maggior parte dei casi viene debellato grazie alle difese immunitarie. In sostanza, un alto numero di persone, almeno una volta, viene in contatto con il virus. La promiscuità sessuale è anche un prezioso alleato del virus che si rinforza grazie alla selezione naturale. Purtroppo, per quanto riguarda la prevenzione, il profilattico non è di grande aiuto. L’infezione non riguarda soltanto i genitali, ma anche le zone circostanti. Dunque il sesso orale, così come i preliminari, possono diventare una via di trasmissione.
Come si fa la diagnosi dell’HPV?
L’incubazione può essere da poche settimane, ad anni. La persistenza del virus ad alto rischio oncogeno per anni può provocare delle lesioni precancerose fino al cancro. La diagnosi si esegue effettuando vari esami:
- il Pap Test che evidenzia le cellule alterate;
- la Colposcopia, (che si esegue sempre se il Pap Test è anormale). Ci farà vedere se esiste una sospetta area malata sulla quale effettuare quindi la biopsia per arrivare finalmente alla diagnosi definitiva.
- Il maschio deve sottoporsi alla Peniscopia.
Come si cura l’HPV?
A seconda della gravità della lesione, si può intervenire con la laser vaporizzazione (se la lesione è di basso grado) o con la conizzazione della cervice uterina (se la lesione è di alto grado come nel caso del carcinoma in situ). Questo tipo di trattamento di solito è tra i più efficaci e non crea problemi per la fertilità della donna ma è più costoso rispetto ad altri trattamenti come radiofraquenza o bisturi e richiede personale esperto.
Ci sono farmaci efficaci?
Non esiste cura farmacologica per le lesioni interne. Per i condilomi della vulva o del pene esiste una crema da utilizzare per tre mesi. Ha però alcuni effetti collaterali, a volte molto fastidiosi, come febbre, bruciore intenso, fino a provocare delle erosioni sanguinanti.
Dopo i trattamenti è bene aspettare almeno tre mesi prima di ripetere il Pap Test di controllo e l’HPV test: se il Pap Test è negativo e l’HPV test è invece positivo non ci si deve allarmare perché ci si può considerare guariti dalla lesione (tipo carcinoma in situ) anche se l’infezione persiste; il controllo deve essere effettuato ogni 6-8 mesi per almeno 24 mesi se tutto è negativo; si potrà quindi tornare ad effettuare normalmente il Pap Test ogni anno.
Contro l’HPV c’è il vaccino: chi si può vaccinare?
Il vaccino è fondamentale nella prevenzione primaria del virus.
Il vaccino è completamente gratuito dai 9 ai 12 anni, ma in certe regioni d’Italia lo è fino ai 18 e 25 anni. Il vaccino attualmente si può somministrare fino ai 45 anni (dopo i 12 è a pagamento ma ugualmente reperibile), aiuta a produrre anticorpi e non ha controindicazioni. Ora anche i ragazzini lo fanno. Contrariamente a quanto si pensa, non sono portatori sani ma contraggono il virus come le donne, con gli stessi sintomi e con elevate probabilità, nei casi più gravi, di contrarre lesioni dell’uretra, dei genitali, della vescica e della prostrata, fino al cancro.
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