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Quando si parla di obesità
«Per valutare una condizione di alterato peso» dice Paola Genovese, medico dietologo Responsabile del percorso di cura per la grave obesità all’ICLAS di Rapallo (Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità ), «si parte con l’indice di massa corporeo (in inglese “body mass index”, BMI) che, attraverso una formula matematica, può dirci se una persona è sottopeso, normopeso, sovrappeso o se soffre di obesità». Basta dividere il peso (misurato in chilogrammi) per l’altezza al quadrato (misurata in metri), cioè kg/m². Esempio: 62kg/1,70² = 21.45. «Si parla di obesità di primo grado quando il valore è compreso tra 30 e 34,9, di secondo grado quando il BMI è tra i 35 e i 39,9, di terzo grado quando supera i 40. Esistono, poi, i super obesi, che hanno un valore superiore ai 50» continua la dottoressa.
Obesità interventi per dimagrire: quando si opta per la chirurgia bariatrica
«Anche se i fatti di cronaca e le notizie che circolano in Rete la “esaltano” come se fosse una scelta di tendenza, la chirurgia bariatrica non è mai la prima opzione terapeutica e va intrapresa solo dopo un percorso di valutazione preciso» conferma la dott.ssa Genovese. «Coloro che potenzialmente possono accedere all’intervento sono le persone con indice di massa corporeo pari o maggiore di 35 in presenza di altre patologie, come ad esempio l’ipertensione e il diabete, o superiore a 40, con diverse diete, o tentativi di dieta, inefficaci alle spalle».
Il percorso prima dell’intervento
«L’ideale sarebbe rivolgersi a Centri e strutture che esercitano un approccio multidisciplinare, in modo che un’équipe di specialisti possa decretare o meno l’idoneità di una persona all’intervento chirurgico» suggerisce la dottoressa. «In questo percorso l’individuo viene valutato da un team rappresentato da medici dietologi, internisti, dietisti, chirurghi bariatrici, psicologi che confermano o negano il proprio consenso».
Obesità interventi per dimagrire: procedure endoscopiche
Palloncino intragastrico. «È un dispositivo in silicone che viene inserito nello stomaco attraverso la gastroscopia, quindi non si tratta di un intervento chirurgico» conferma la dott.ssa Genovese. «Una volta posizionato nello stomaco, il palloncino viene riempito d’aria o con una soluzione fisiologica e lasciato per circa sei mesi». Lo spazio occupato da questo presidio aiuta a placare lo stimolo della fame e a rallentare lo svuotamento gastrico, consentendo all’individuo di mangiare meno e di sentirsi sazio prima.
Obesità interventi per dimagrire: interventi restrittivi
- Bendaggio gastrico. Si tratta di un intervento restrittivo meccanico che avviene per via laparoscopica e consente di ridurre forzatamente l’introduzione del cibo. «Intorno alla parete superiore dello stomaco viene inserito un anello di silicone gonfiabile e regolabile, che crea un piccolo neo-stomaco. In questo modo l’individuo è portato a percepire prima il senso si sazietà e a mangiare di meno» spiega la dottoressa.
- Sleeve gastrectomy. «È un intervento di riduzione dello stomaco, che avviene con la resezione verticale dello stesso di circa 4/5 lungo la grande curvatura. Con la formazione di un tubulo gastrico si determina il minor introito di cibo (per far un esempio, la capienza massima raggiunge i 120-150 centimetri cubi)» sottolinea la dottoressa. Questa operazione comporta una diminuzione della secrezione degli ormoni responsabili della fame e aumenta la produzione di altri ormoni in grado di accrescere il senso di sazietà.
Obesità interventi per dimagrire: chirurgia restrittiva e funzionale
Bypass gastrico. Lo stomaco viene diviso in due: la cosiddetta tasca gastrica è collegata a un tratto del piccolo intestino con una cucitura. Il cibo, quindi, salta quasi del tutto lo stomaco (da qui il nome di bypass). Lo stomaco residuo funziona normalmente, producendo succhi gastrici e ormoni. La perdita di peso è garantita dal ridotto apporto di calorie, poiché il rapido passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino riduce l’appetito.
Obesità interventi per dimagrire: interventi ad azione malassorbitiva
Diversione biliopancreatica. L’intervento si esegue asportando circa i due terzi dello stomaco, compreso il piloro, e la colecisti (per prevenire i calcoli). Lo stomaco viene ridotto a circa 400 ml (vi è una resezione di 2/3 distali dello stesso).
Come si sceglie l’intervento
L’équipe incaricata valuta le condizioni, l’età, le abitudini e le esigenze del paziente
e in base a questa serie di indagini opta per un intervento piuttosto che per un
altro.
Quali sono le complicanze
«Le complicanze che possono insorgere sono le stesse della chirurgia generale, come ad esempio la comparsa di un’infezione» ricorda la dott.ssa Paola Genovese. «Per quanto riguarda la sleeve gastrectomy una delle complicanze può essere la deiscenza anastomotica, che vede la comparsa di un piccolo foro nello stomaco».
Quanti chili si perdono
«La perdita di peso è soggettiva» avverte la dottoressa dell’ICLAS. «Tutto dipende
dalla condizione iniziale, dal peso di partenza e dalla compliance del paziente stesso al percorso» conclude.