Una nuova terapia contro il tumore al polmone non a piccole cellule avanzato. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha dato parere favorevole a una terapia mirata per il trattamento del cancro polmonare non a piccole cellule avanzato. Grazie al via libera, pralsetinib sarà rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale per gli adulti con carcinoma avanzato che presenti mutazione del gene Ret (REarranged during Transfection).
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Nuova terapia contro il tumore al polmone: indicato per quello non a piccole cellule con fusione di RET
Il tumore al polmone non a piccole cellule positivo alla fusione di Ret colpisce ogni anno 37.500 persone nel mondo. Spesso è diagnosticato in pazienti giovani e senza forte abitudine al fumo. Questa condizione colpisce tra l’1 e il 2% dei casi. Il nuovo farmaco rappresenta una soluzione nuova. I test hanno dimostrato ottimi risultati nella gestione della malattia. Pralsetinib ha dimostrato efficacia anche sulle metastasi cerebrali. I medici la prescriveranno a pazienti con tumore metastatico Ret positivo che non hanno ricevuto altri farmaci specifici e indipendentemente dal regime chemioterapico ricevuto, garantendo flessibilità di accesso.
Come funziona il nuovo farmaco?
Sappiamo come in questi tumori ci sia la necessità di usare percorsi terapeutici diversi. Il farmaco si somministra oralmente e si assume una volta al giorno. I tumori al polmone non a piccole cellule hanno la corrispondente proteina RET che funziona in modo incontrollato. Con questi farmaci si va a bloccare in maniera selettiva questa proteina. Agisce come rett inibitore e non colpisce altre proteine. Questa selettività di azione determina una forte efficacia che si traduce in una elevata percentuale di pazienti che traggono benefici da questo trattamento. Funziona bene come si diceva anche con metastasi cerebrali. Consente a questi pazienti una netta regressione del tumore secondario.
Nuova terapia contro il tumore al polmone: i dati dell’esperienza clinica
C’è uno studio in corso che sta confrontando le differenze tra la terapia tradizionale e la nuova. La pratica clinica però fa già vedere che aumenta in modo significativo. Due terzi dei pazienti vede una regressione nella malattia. Si raddoppia almeno l’attesa di vita rispetto alla terapia tradizionale.
La fusione di RET è un’alterazione che si diagnostica con sequenziamento del dna o del rna per identificarla. Va fatto il prima possibile, subito dopo che abbiamo una diagnosi di tumore del polmone non a piccole cellule. Ormai sul territorio nazionale ci sono molti laboratori che fanno questa diagnosi.
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