La nevralgia post erpetica è la coda dolorosissima dell’herpes zoster. Viene individuata quando il dolore continua da 4 a 8 settimane dopo la risoluzione dello stadio acuto del Fuoco di Sant’Antonio. Determinate il fattore età: raramente ci sono casi di pazienti con età inferiore ai 30 anni. La maggior parte sono anziani, infatti si stima colpisca un terzo degli ultrasessantenni e circa la metà degli ultrasettantenni che hanno avuto l’herpes zoster.
Ecco il focus sulla nevralgia post erpetica a cura di Giuseppe De Benedittis, direttore del Centro interdipartimentale per lo studio e la terapia del dolore all’Università degli Studi di Milano.
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I sintomi
Il dolore post erpetico si manifesta in modo consistente nelle parti dove in precedenza si è diffuso l’esantema, in diverse forme: acuto e a fitte, bruciante, profondo e continuo. La pelle può diventare sensibilissima, e perfino il contatto con gli indumenti o un lieve cambiamento di temperatura possono scatenare un forte dolore. Possono manifestarsi anche prurito e sensazione di intorpidimento. La sensazione dolorosa, che può essere invalidante, arriva a comportare depressione, insonnia, perdita di peso e perfino pensieri suicidi. Di rado, il virus dell’herpes zoster colpisce i nervi che controllano i movimenti dei muscoli, causandone indebolimento, tremore e paralisi.
Il decorso
Dopo il fuoco di Sant’Antonio, la nevralgia post erpetica può durare mesi o cronicizzarsi e andare avanti per anni, anche per sempre.
Le cause
La nevralgia post erpetica è causata dal danno provocato dal virus dell’Herpes Zoster alle fibre nervose, che cominciano a inviare al cervello messaggi confusi e sbagliati, provocando il dolore. La diagnosi si basa soprattutto sull’anamnesi di una pregressa infezione erpetica. Si può effettuare il dosaggio delle immunoglobuline (M indicano un contatto recente, G remoto).
Le cure
I farmaci e trattamenti indicati per la nevralgia post erpetica agiscono tutti sui sintomi, ma non guariscono la malattia.
Farmaci antidepressivi
Prescritti a fini antalgici, influiscono sui neurotrasmettitori (come la serotonina e la norepinefrina) che inviano i messaggi fra le cellule cerebrali e che nel caso della nevralgia post erpetica giocano un ruolo nel modo in cui il corpo interpreta le sensazioni dolorose. Si somministrano soprattutto se il dolore è bruciante e continuo.
Farmaci antiepilettici
Regolarizzano l’anomala attività elettrica del sistema nervoso causata dai nervi danneggiati. Si prescrivono soprattutto se il dolore si manifesta a fitte.
Farmaci antidolorifici oppioidi
Tra cui codeina, tramadolo, morfina: in gocce, compresse o per via endovenosa, calmano il dolore della nevralgia post erpetica.
Terapie topiche
Sono le cure da usare localmente, sulla parte interessata dal dolore, direttamente sulla pelle. Si possono utilizzare soluzioni a base di acido acetilsalicilico ed etere etilico, che hanno un effetto antalgico. Oppure cerotti o pomate a base di lidocaina (un anestetico), per un buon effetto antidolorifico. Altrimenti si può provare la tecnica di desensibilizzazione, che punta a riabilitare la cute dolente stimolandola. Se, per esempio, il male si scatena al contatto con i vestiti, il medico può suggerire di strofinare per parecchi minuti sulla parte interessata un asciugamano. Ancora: se il dolore arriva da una abnorme sensibilità alle temperature, può essere consigliabile applicare impacchi caldi o freddi.
Tens (stimolazione elettrica transcutanea dei nervi)
Consiste nell’applicazione sulla zona dolorante di elettrodi collegati a un piccolo stimolatore che il paziente può portare con sé, azionandolo quando il male cresce, per placarlo. L’efficacia, però, è modesta.
Ipnosi
Si dimostra efficace in molti casi per tenere a bada il dolore cronico, profondo e debilitante.
Neuromodulazione
Può essere indicata per il dolore severo, presente 24 ore su 24 e indomabile con i farmaci, morfina compresa.
Chirurgia
Rischiosa, perché coinvolge alcune vertebre della colonna dorsale. L’intervento consiste nella distruzione del punto in cui i nervi danneggiati raggiungono il sistema nervoso centrale, in modo da impedire loro di trasmettere messaggi dolorosi al cervello. In Italia non si pratica più.
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