Salute

Mettersi le dita nel naso aumenta il rischio di demenza

Una ricerca australiana spiega perché scaccolarsi può essere molto pericoloso

Infilarsi le dita nel naso aumenta il rischio di demenza. È questo in estrema sintesi il risultato di uno studio australiano, che sostiene che le dita nel naso possano danneggiare l’interno delle narici. In questo modo i batteri possono facilmente penetrare nel sangue e arrivare direttamente al cervello.

Scaccolarsi aumenta il rischio di demenza: accelera l’ingresso dei batteri direttamente al cervello

In particolare i ricercatori della Griffith University hanno voluto indagare sulle conseguenze della Chlamydia pneumoniae quando raggiunge il nervo che collega il naso al cervello. Il gruppo di lavoro ha scoperto che entro 72 ore si possono rintracciare batteri nel cervello. Entro un mese si possono sviluppare grumi di placca proteica legata all’Alzheimer, la forma di demenza più diffusa al mondo. Qualche tempo fa un altro studio, questa volta canadese, aveva invece sostenuto che mangiare le caccole facesse addirittura bene alla salute.

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Quanti italiani soffrono di demenze?

“Siamo i primi a dimostrare che la Chlamydia pneumoniae può andare direttamente nel naso e nel cervello dove può scatenare patologie che assomigliano al morbo di Alzheimer”. Il professor James St John, della Griffith University in Australia, è il primo autore dello studio. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono più di un milione le persone con demenza. Tra queste 600.000 soffrono di Alzheimer. Le conseguenze sociali, economiche ed organizzative della malattia hanno un impatto enorme: sono circa 3 milioni le persone coinvolte nell’assistenza ai malati e il peso è quasi tutto sulle famiglie. La Chlamydia pneumoniae è un batterio comune che causa polmonite, mal di gola, infezioni dell’orecchio, sinusite e altri problemi alle vie respiratorie. Può diffondersi attraverso le goccioline respiratorie e viaggiare da un ospite all’altro attraverso l’aria.

Scaccolarsi aumenta il rischio di demenza: ecco cosa dice la ricerca australiana 

I ricercatori della Griffith University ha esposto i roditori a Chlamydia pneumoniae attraverso il loro canale olfattivo. I topi sono stati scelti per la ricerca perché il loro sistema olfattivo funziona ed è strutturato in modo simile a quello degli esseri umani. Il percorso tra cervello e naso è la strada più rapida perché un agente patogeno riesca a entrare nel sistema nervoso centrale.

Fortunatamente il corpo ha alcuni meccanismi per impedire ai batteri di entrare nel cervello, come le ciglia e il muco nel naso che fungono da barriera naturale. Quando una persona si stuzzica il naso, rimuove alcune di quelle difese naturali. Le dita nel naso possono danneggiare il rivestimento del naso, aumentando il numero di batteri che può raggiungere il cervello. I batteri che entrano dalle ferite del naso riescono anche ad attraversare   la “barriera ematoencefalica”, l’ultima difesa immunitaria per il sistema nervoso centrale del corpo.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Scientific Reports.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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