Salute

Malaria: come si prende e in che modo si guarisce?

Rientrato il caso del paziente in Veneto: tornava da un viaggio all'estero, smentita l'infezione autoctona

La malaria è una malattia infettiva causata da un parassita del genere plasmodium, che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzara Anopheles. Quest’ultima si è a sua volta infettata “succhiando” il sangue da una persona già contagiata. Esistono diversi tipi di parassiti che causano la malaria negli essere umani:

  • Plasmodium falciparum. È diffuso soprattutto in Africa ed è responsabile della forma più grave e letale.
  • Plasmodium vivax. È presente soprattutto in Asia e in Sud America e può rimanere “dormiente” nel fegato fino a tre anni, anche senza dare alcun disturbo.
  • Plasmodium ovale. È diffusa in Africa Occidentale e, come la precedente, può rimanere silente nel fegato senza scatenare sintomi evidenti.
  • Plasmodium malariae. Si tratta di un parassita raro, che genera una forma di malaria definita “quartana” e si trova soprattutto in Africa.
  • Plasmodium knowlesi. Presente in alcune zone del sud-est asiatico, è piuttosto raro.

La situazione malaria in Italia

Il 17 novembre del 1970 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava ufficialmente che l’Italia si era liberata dalla malaria. Questa malattia, dunque, è scomparsa dal nostro Paese già da cinquant’anni. Ora il caso segnalato in Verona, che era stato definito come il primo autoctono, cioè che non deriva da un italiano andato all’estero. A comunicarlo era stata la Direzione Prevenzione della Regione Veneto. Ora però è arrivata la smentita. I casi di malattia che si verificano sono legati soprattutto ai turisti che rientrano da zone in cui è ancora presente la malattia. Stando al portale Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, la malattia è presente in:

Gruppo San Donato

  • Grandi aree dell’Africa e dell’Asia
  • America centrale e meridionale
  • Haiti e la Repubblica Dominicana
  • Alcune zone del Medio Oriente
  • Alcune isole del Pacifico

La situazione malaria nel mondo

Stando al World Malaria Report 2023 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2022 i contagi di malaria nel mondo hanno subito una forte impennata: i casi registrati sono stati 249 milioni, 5 milioni in più rispetto al 2021 e quasi 17 milioni in più rispetto al 2019. Sotto ai riflettori ci sono soprattutto i cambiamenti climatici, che non solo potrebbero creare ambienti favorevoli alla trasmissione dell’infezione ma anche dare il via a migrazioni di individui privi di difese immunitarie verso aree endemiche. Ciò è accaduto, ad esempio, in Pakistan: a causa di eventi climatici estremi, nel 2022 i casi di malaria sono aumentati di 5 volte rispetto al 2021.

Tuttavia, ci sono anche buone notizie provenienti dal resto del mondo. Il primo vaccino approvato per combattere la malaria (leggi più sotto) ha ridotto i decessi tra i bambini africani del 13% e ha abbassato del 22% i casi di malaria grave nei piccoli che hanno ricevuto tre dosi di vaccino. I dati emergono dallo studio pilota, durato quasi 4 anni, condotto in seguito al lancio del vaccino RTS,S (o Mosquirix) e che ha coinvolto Ghana, Kenya, Malawi.

Inoltre una nota dell’OMS fa sapere che, a inizio 2024, Capo Verde è diventato il terzo Paese africano libero dalla malaria, dopo Mauritius (nel 1973) e Algeria (nel 2019).

Come si trasmette?

I parassiti vengono trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zanzare Anopheles femmine, che si infettano pungendo una persona già malata di malaria e poi trasmettono il parassita plasmodium pungendo altre persone. Il contagio della malaria può avvenire anche in seguito alla trasfusione di sangue infetto, ma questa è un’eventualità estremamente rara.

In Italia, infatti, esistono norme di legge che escludono dalla donazione di sangue persone che abbiano soggiornato in zone a rischio e/o che abbiano effettuato una chemioprofilassi antimalarica. In ogni caso, l’infezione non può essere trasmessa direttamente da persona a persona.

Qual è il periodo di incubazione del parassita?

Il periodo di incubazione della malaria, cioè il tempo trascorso tra la puntura della zanzara infetta e la comparsa dei primi sintomi clinici, varia in base alla tipologia del parassita. Per il Plasmodium falciparum è di 7-14 giorni, per il Plasmodium vivax e il Plasmodium ovale è di 8-14 giorni, per il Plasmodium malariae è di 7-30 giorni.

Quali sono i sintomi della malaria?

Il sintomo che deve destare sospetto, soprattutto nelle persone rientrate da poco da Paesi in cui è presente la malaria, è la febbre, che spesso raggiunge e supera i 40 gradi ed è associata a forti brividi, sudorazione intensa, vomito, diarrea, mal di testa e dolori diffusi. Se al rientro da un viaggio nei Paesi a rischio malaria compare questa sintomatologia, bisogna consultare quanto prima il medico di famiglia: questo, se lo ritiene necessario, può prescrivere un esame del sangue per verificare la presenza o meno del parassita nel sangue.

Come si cura?

Se individuata tempestivamente, la malaria può essere completamente debellata. Alcuni farmaci antimalarici utilizzati per prevenire l’infezione sono gli stessi impiegati per la cura. Tuttavia quando si assume un antimalarico per non contrarre la malattia, questo non dovrebbe essere utilizzato per curare un attacco. Quindi, nel caso si contraesse l’infezione, bisogna informare il medico circa i farmaci assunti per la profilassi farmacologica.

In ogni caso la scelta di un farmaco per il trattamento della malaria dipende dal parassita infettante, dalla gravità dei sintomi, dall’età del paziente e dallo stato di salute (bisogna valutare, ad esempio, se è in corso una gravidanza). Il medico può prescrivere un medicinale antimalarico o una combinazione di più farmaci, impiegati sotto forma di compresse o capsule.

Il trattamento di “emergenza”

Nel caso in cui una persona dovesse recarsi in un Paese endemico, fermandosi qui a lungo, il medico potrebbe suggerire di portare con sé alcuni farmaci per un eventuale trattamento di emergenza. Questo potrebbe avvenire soprattutto se in quel luogo l’accesso alle cure mediche è scarso o addirittura nullo. Le combinazioni più utilizzate, in questi casi, sono:

  • atoviquone con proguanil,
  • artemetere con lumefantrina,
  • chinina e doxiciclina,
  • chinina e clindamicina.

Malaria e gravidanza

I soggetti che risentono maggiormente degli effetti della malaria sono, oltre ad anziani e bambini, le donne incinte. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda a queste ultime di evitare i viaggi nelle zone a rischio perché l’infezione potrebbe comportare gravi complicanze. Se ciò non fosse possibile, la gestante deve consultare il proprio medico per capire quale antimalarico poter assumere (non tutti, infatti, possono essere presi in gravidanza).

Come si previene la malaria

I farmaci antimalarici sono usati sia per prevenire sia per curare la malaria. Prima di intraprendere un viaggio nelle zone a rischio, bisogna sempre informarsi presso i centri specialistici regionali sui comportamenti da adottare prima di partire e durante il soggiorno. Il rischio di contrarre l’infezione si abbatte ricorrendo a una combinazione di misure di prevenzione comportamentale e di misure di prevenzione farmacologica.

  • Misure comportamentali. Evitare, se possibile, di stare all’aperto nelle ore in cui le zanzare anofele sono attive (dopo il tramonto in poi) e indossare abiti di colore chiaro con maniche e pantaloni lunghi che coprano la maggior parte del corpo. È sempre buona cosa applicare sulla cute esposta repellenti per insetti a base di DEET. Bisognerebbe alloggiare in ambienti dotati di condizionatori d’aria o, in assenza di questi, di zanzariere alle finestre. In assenza di zanzariere e d’impianti di aria condizionata nella struttura abitativa, spruzzare insetticidi a base di piretro o di suoi derivati nelle stanze di soggiorno e nelle stanze da letto, oppure usare diffusori di insetticida (operanti a corrente elettrica o a batterie, a piastrine o liquidi) che contengano derivati del piretro (ricordarsi di areare bene i locali prima di soggiornarvi).
  • Profilassi farmacologica. Alle misure di profilassi comportamentale può essere associata la profilassi farmacologica che riduce ulteriormente il rischio d’infezione. Ad oggi, però, non esiste un farmaco antimalarico che prevenga il contagio nel 100% dei casi. I farmaci più usati per la profilassi sono l’atovaquone-proguanile, la doxiciclina, la meflochina e clorochina-proguanile.

Vaccino contro la malaria

Alla fine del 2021 è arrivato il via libera al vaccino contro la malaria, Mosquirix, il primo capace di prevenire la malattia. Dagli studi condotti è emerso che questo vaccino, che non solo è il primo realizzato per la malaria ma anche per una patologia parassitaria in generale, ha avuto un’efficacia di circa il 50% contro la malaria grave nel primo anno. Per saperne di più, leggi il nostro approfondimento.

Quali sono le complicanze?

Come è stato detto, se diagnosticata tempestivamente la malaria può essere del tutto eliminata. Se non curata prontamente, però, può portare a gravi complicanze: l’anemia grave, cioè quando i globuli rossi non trasportano ossigeno a sufficienza nei tessuti, la malaria cerebrale, che causa danni al cervello permanenti, l’insufficienza di reni e fegato, shock, disidratazione, edema polmonare, gonfiore e lesione della milza.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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