Solo qualche giorno fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva affermato che dopo tre giorni dalla fine dei sintomi i pazienti di Covid non sono più contagiosi e non c’è bisogno che stiano in casa per due settimane. Uno studio americano aveva invece sottolineato come ormai almeno la metà dei contagiati sia asintomatico. Notizie importanti per capire meglio i contagi in Lombardia, che continuano a preoccupare le autorità sanitarie e quelle politiche.
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Contagi in Lombardia: positivi al tampone, ma non contagiosi
Ora uno studio che arriva dall’Ospedale San Matteo di Pavia, uno dei centri clinici e di ricerca più coinvolti sin dai primi giorni della pandemia, offre lo spunto per una vera e propria svolta. I ricercatori hanno confermato quanto detto pochi giorni fa dall’OMS. I pazienti una volta superati i sintomi hanno una carica virale bassa. Questo significa che non sono più contagiosi. Il team che ha condotto lo studio ha analizzato i dati di campioni di virus prelevati da quasi 300 tamponi. Gli scienziati hanno messo in coltura i campioni di virus, scoprendo che solo nel 3% dei casi erano in grado di infettare altre cellule. Questo tra l’altro in laboratorio dove l’ambiente è sterilizzato. Alla ricerca hanno partecipato anche il Policlinico di Milano, il Santa Maria delle Scotte di Siena, l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e l’Usl di Piacenza.
15.000 lombardi coinvolti dall’isolamento volontario perché debolmente positivi
Se l’Istituto Superiore della Sanità dovesse accogliere i risultati di questo studio, sarebbe una rivoluzione nei protocolli per il ritorno alla vita sociale e lavorativa di chi sia risultato positivo al tampone oro faringeo. Solo in Lombardia al momento significherebbe dichiarare la fine del pericolo per circa 15.000 persone, che sono tuttora in isolamento nella regione.
«Il tampone dei pazienti può risultare ancora positivo perché restano residui di virus — sottolinea il virologo del San Matteo di Pavia, Fausto Baldanti — ma senza più capacità di contagiare».
Contagi in Lombardia: molti casi dai test sierologici
Proprio nei giorni scorsi l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, e il virologo della Regione Lombardia Danilo Cereda avevano sottolineato che dai primi di giugno circa la metà dei positivi sono «debolmente positivi». Si tratta generalmente di persone che hanno scoperto di essere stati contagiati dopo aver fatto il test sierologico. Sono in parole povere pazienti che hanno preso la malattia molto prima. Sono ancora positive al tampone, ma in realtà non sono contagiosi. Questo farebbe pensare che in realtà anche in Lombardia la situazione sia sotto controllo.
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