Salute

Lussazione alla spalla? La parola all’esperto

Quali sono le cause e la diagnosi? Quando bisogna sottoporsi a un intervento chirurgico? Qual è il ruolo della fisioterapia. Tutte le risposte

«La lussazione della spalla consiste nella perdita dei rapporti articolari tra la scapola e la testa dell’omero, con la fuoriuscita di quest’ultima dalla sua sede anatomica naturale. Nella maggior parte dei casi si tratta di una lussazione anteriore, molto raramente di una lussazione posteriore» spiega Stefano Lepore, specialista ortopedico all’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli. Clicca qui se vuoi chiedergli un consulto.

Cause

Sono sempre dovute a un trauma, che può essere diretto sulla spalla oppure provocato da una caduta sulla mano o sul gomito con il braccio abdotto, lontano dal torace. Nel caso di Maddalena Corvaglia la forza dell’aria ha impattato direttamente sulla spalla. Spesso può ripresentarsi, e in quel caso manifestarsi anche con un trauma di minima entità o con un movimento non controllato, ad esempio nel sonno.

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Sintomi

In caso di lussazione anteriore sono rappresentati da un dolore acuto, con l’impossibilità a effettuare anche minimi movimenti. Si chiama impotenza funzionale totale. È presente anche una deformità del profilo della spalla, che appare squadrato con perdita del normale aspetto arrotondato. In presenza di lussazione posteriore, invece, i sintomi possono essere più sfumati e inizialmente meno evidenti.

Diagnosi

È innanzitutto clinica, anche se è bene eseguire sempre un esame radiografico dell’articolazione per escludere l’eventuale presenza di fratture associate. Un approfondimento con Tac e risonanza magnetica è consigliabile a distanza. Questo soprattutto nei casi in cui, dopo un primo episodio di lussazione, il recupero è scarso e persistono sintomi importanti, proprio come è accaduto alla conduttrice.

Terapia

Consiste nell’eseguire una manovra di riposizionamento (detta riduzione) della testa dell’omero all’interno dell’articolazione. Dev’essere sempre effettuata in modo non traumatico per evitare di creare ulteriori danni a carico delle diverse strutture anatomiche coinvolte. Alla riduzione fa seguito un’immobilizzazione con tutore di almeno tre settimane per consentire la cicatrizzazione dei tessuti, seguita da un trattamento fisioterapico per recuperare l’escursione articolare.

Chirurgia

Solo quando la lussazione tende a recidivare si rende necessario il trattamento chirurgico, eseguito in anestesia generale o loco-regionale e che, secondo il tipo di danno anatomico creatosi, può essere di due tipi:

  • a cielo aperto. Si esegue con la tradizionale incisione. Consiste in un trapianto d’osso per ricostruire la cavità articolare ed è obbligatorio in caso di lesioni ossee a carico della glena della scapola;
  • artroscopico, eseguito attraverso piccole incisioni cutanee. Consiste nella riparazione delle lesioni capsulo-legamentose e dell’orlo cartilagineo che talvolta possono generare un punto di minor resistenza, detto tasca di lussazione (responsabile della recidiva). Viene effettuato in chi ha avuto un numero limitato di recidive e consente un recupero più rapido.

Riabilitazione

Dopo l’intervento chirurgico è necessario un periodo di immobilizzazione con tutore di tre settimane, seguito da un trattamento di fisioterapia in acqua e a secco per circa due-tre mesi. Il recupero è in genere completo con il ripristino della stabilità articolare e del movimento.

 

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