L’osteopatia è indicata per problemi molto comuni come l’ernia del disco e la protrusione discale. La differenza tra le due discopatie? «La protrusione insorge quando il disco perde la sua consistenza originaria e le sue capacità di ammortizzare i carichi delle vertebre: deformandosi, protrude, cioè deborda e invade spazi non dovuti, per esempio toccando le radici nervose e scatenando il mal di schiena», spiega Saverio Colonna (chiedigli un consulto), presidente dell’Associazione medici osteopati italiani (Amoi).
Nei casi gravi, il disco arriva a fuoriuscire dalla sua sede e allora si parla di ernia espulsa del disco. Entrambe le discopatie possono essere spesso asintomatiche, ma più raramente provocano dolori localizzati, a volte anche forti o diffusi lungo i nervi che vanno a disturbare (la sciatica nel caso di protrusioni o ernie a livello lombare).
LA DISCIPLINA
Il termine osteopatia deriva dal greco osteon (osso) e pathos (sofferenza), fu fondata da un medico statunitense, Andrew Taylor Still (1828-1917), e si può considerare un’evoluzione della medicina manuale, ma è preferibile definirla una medicina olistica, perché si ispira al concetto di unità della struttura dell’organismo e delle sue funzioni. Una delle indicazioni classiche dell’osteopatia riguarda il sistema muscolo scheletrico, dalle patologie della colonna a quelle articolari, dai dismorfismi (come scoliosi o valgismo-varismo ginocchia) agli esiti traumatici (tendiniti, distorsioni, fratture).
LA DIAGNOSI OSTEOPATICA
La diagnosi del mal di schiena parte sempre dalla valutazione clinica tradizionale, che nel caso di protrusione ed ernia richiede risonanza magnetica o tac. «Ma l’osteopata, nel suo approccio olistico, analizza anche il movimento del paziente e la sua possibile alterazione, con una valutazione globale (anche di altri apparati, oltre a quello muscolo-scheletrico) e posturale», afferma Colonna.
LA TECNICA
«Attraverso specifiche tecniche manuali, l’osteopatia agisce sulle disfunzioni della colonna vertebrale che sono all’origine delle discopatie, cercando di recuperare un’armonia funzionale», spiega Colonna. «Le manipolazioni, molto dolci, puntano a favorire l’allungamento dei muscoli contratti, come una sorta di stretching guidato dall’osteopata. Sia per protrusioni sia per ernie del disco, l’osteopatia non ha controindicazioni se effettuata da un professionista esperto, anche durante la fase acuta di dolore, tanto che in alcuni casi può ridurre o sostituire l’uso di farmaci antinfiammatori o analgesici. Il numero di sedute, in genere di 20-40 minuti con frequenza settimanale o quindicinale, dipende dall’entità del problema».
A CHI RIVOLGERSI
«In Italia la figura professionale dell’osteopata non è ancora riconosciuta», continua Colonna. «Questo non significa che sia illegale, ma che i trattamenti possono essere effettuati solo privatamente e non in convenzione con il Servizio sanitario nazionale (da 70 a 120 euro a seduta)». Nuove conferme sui benefici dell’osteopatia sul mal di schiena arrivano da una revisione di una ventina di studi fatta da Cochrane, secondo cui la manipolazione vertebrale ha gli stessi risultati delle terapie tradizionali. Basta affidarsi agli esperti: per avere i nominativi dei medici osteopati e non incappare in praticoni, si può contattare l’Amoi, Associazione medici osteopati italiani (telefono 335.6213419).
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