Donne e long Covid. Uno studio internazionale ha scoperto che sono le donne la categoria più a rischio di soffrire dei sintomi sulle conseguenze dell’infezione da SARS CoV-2 anche dopo il tampone negativo. La ricerca ha definito long Covid, come il persistere dei sintomi oltre i due mesi. I ricercatori hanno evidenziato che le donne abbiano un rischio di quasi due volte maggiore di sviluppare questa condizione clinica rispetto agli uomini.
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Oltre 16.000 i pazienti tenuti sotto osservazione
Il gruppo di lavoro della Northeastern University ha utilizzato i dati del Covid States Project, un database che fornisce informazioni sulle otto ondate dell’infezione in tutti i 50 stati degli USA. Più di 16.000 i pazienti controllati per più di un anno. Ora il team continuerà a raccogliere dati per perfezionare la sua comprensione del long Covid. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Network Open.
Donne e long Covid: popolazione femminile e anziani sono le categorie più a rischio
Lo studio è osservazionale, quindi non spiega perché long Covid colpisca di più la popolazione femminile rispetto a quella maschile. Serviranno approfondimenti per comprenderne i motivi. Gli esperti dovranno capire se dietro questo rischio più alto ci sia un meccanismo di genere. Oltre alle donne, come per tutte le conseguenze importanti dell’infezione causata dal coronavirus, c’è l’età. Il rischio aumenta in modo sensibile dopo i 50 anni. La buona notizia è che ogni variante successiva al Covid originario ha portato a periodi di long Covid meno lunghi. Naturalmente non sappiamo se questa tendenza continuerà o meno con altre eventuali varianti.
Donne e long Covid: il ruolo dei vaccini e i sintomi
I dati dei principali studi internazionali parlano di un 15% di persone che dopo l’infezione continuano ad avere sintomi per almeno due mesi. I sintomi possono variare anche molto. Si va dalla stanchezza costante, a problemi respiratori e cardiaci. In alcuni casi queste situazione possono incidere profondamente sulla qualità della vita dei pazienti.
La ricerca sostiene che i vaccini abbiano contribuito a mitigare il rischio di long Covid. Coloro che avevano ricevuto le prime due dosi del vaccino contro l’infezione da SARS CoV-2 avevano una riduzione del rischio del 30 per cento. Lo studio si fermava a prima dell’inizio della campagna vaccinale della terza dose.