Uno studio torna a concentrarsi sul legame tra latte e tumore alla prostata. Già da tempo alcune ricerche stavano indagando su questo rapporto, ma non si era mai arrivati a una certezza scientifica. Il nuovo lavoro sostiene che bere molto latte ogni giorno potrebbe far aumentare le probabilità di sviluppare un tumore alla prostata. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Oxford University Press, ed è stato seguito anche dall’American Society for Nutrition.
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Latte e tumore alla prostata: rischio alto secondo la ricerca americana
La ricerca ha dimostrato che chi beve più o meno due tazze di latte al giorno vede il rischio di cancro alla prostata aumentare del 27 per cento, rispetto a chi ne beve poco. Nei confronti di chi non consuma latticini la percentuale schizzerebbe al 60 per cento.
Latte e tumore alla prostata: il ruolo degli ormoni
Questo legame però ancora una volta non è spiegato all’interno dello studio. I ricercatori si limitano a fare un’ipotesi, che riguarda gli ormoni in generale e quello del fattore di crescita in particolare. Assumere latticini fa crescere i livelli dell’ormone della crescita. Il tumore al seno e alla prostata hanno bisogno di ormoni per svilupparsi. Il latte di mucca contiene estrogeni.
Chi ha un rischio alto, faccia attenzione al latte secondo lo studio
«Questo problema ha bisogno di un po’ più di chiarezza prima di concludere che esista un nesso causale. Se avessi una brutta storia familiare di cancro alla prostata, sarei propenso a seguire una dieta a base vegetale ora», commenta Gary Fraser è professore di medicina preventiva presso la Loma Linda University School of Medicine e la School of Public Health in California.
Nessun rischio con yogurt, formaggi e “latti vegetali”
Il team di ricerca ha analizzato i questionari relativi alle loro abitudini alimentari a 28.700 uomini. Nessuno di loro aveva il cancro alla prostata all’inizio della ricerca. Durante il monitoraggio durato 8 anni si sono ammalate 1.254 persone. Il rischio era decisamente più alto nei grandi bevitori di latte. Non hanno prodotto lo stesso risultato yogurt e formaggi. I ricercatori hanno esaminato anche i cosiddetti latti vegetali, come quello alla soia, di mandorle, all’avena e al farro e anche in questi casi il rischio non aumentava.