La domanda che assilla i miopi è: «Quali rischi corro se opto per il laser?». Rispetto ai primi interventi sperimentali degli anni 70, la tecnologia ha fatto passi da gigante.
«Però miracoli garantiti non ce ne sono e non bisogna dimenticare che qualsiasi operazione alla cornea può dare complicazioni post operatorie», ricorda Luigi Marino, responsabile dell’unità operativa di oculistica dell’Istituto auxologico italiano di Milano.
In Italia vengono eseguiti almeno 150mila interventi all’anno di correzione della miopia su pazienti a cui mancano da una a dieci diottrie. «Quel che va detto chiaramente è che non tutti riusciranno a vedere dieci decimi», ammette Marino.
Poi, le possibili complicazioni. Per chi viene operato con la tecnica Lasik ci può essere l’ectasia, ossia una deformazione della cornea, se diventa troppo sottile. Altro inconveniente è l’occhio secco, con sintomi quali prurito, bruciore, fastidio della luce. «Secondo i dati diffusi dall’American Academy of Ophthalmology», continua Marino, «una percentuale molto alta dei pazienti operati con la tecnica Lasik, fino al 48% secondo alcuni ricercatori, mostra problemi di scarsa lacrimazione, con conseguente secchezza oculare. Dopo un anno questa percentuale tende a ridursi al 30% dei casi».
Inoltre, un candidato su tre non ha i requisiti indispensabili per la chirurgia refrattiva. Tanto per cominciare l’età minima è 20 anni e la miopia dev’essere stabile da almeno 12 mesi. Niente laser, poi, per chi assume ormoni o psicofarmaci. Non solo: il laser a eccimeri è sconsigliato a chi ha la cornea molto sottile, scarsa lacrimazione, deformazioni congenite. Lo stesso vale per i pazienti diabetici.
Simona Ravizza – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 8 settembre 2010