Salute

La sigaretta elettronica funziona davvero? Al via i test

L'Istituto europeo di oncologia effettuerà uno studio su 126 pazienti. La pneumologa Elena Calvi: «Può essere uno strumento straordinario per smettere di fumare»

È la copia di una bionda vera, ma non si accende con il fuoco. Si ricarica a una presa di corrente, come un cellulare. Non emette fumo, bensì vapore aromatizzato. Ecco la sigaretta elettronica, uno degli ultimi ritrovati in fatto di terapie antifumo. Ma aiuta davvero quando si vuole chiudere con la nicotina?
Per appurarlo l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano parte in questi giorni con una sperimentazione che coinvolgerà diversi ospedali milanesi. «A oggi non esistono dati sull’efficacia delle sigarette elettroniche all’interno dei protocolli antifumo proposti dai centri specializzati», dice Elena Calvi, pneumologa e psicologa al Centro antifumo dello Ieo. «Ma secondo le prime osservazioni la sigaretta elettronica potrebbe rivelarisi uno strumento strordinario nella fase iniziale del percorso di disassuefazione, quella in cui la dipendenza psicologico-gestuale è ancora molto forte, pari a quella dalla nicotina».
I test si effettueranno in collaborazione con il San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino, e testeranno l’uso della sigaretta elettronica in persone colpite da tumore o da infarto recente, che fumino almeno dieci sigarette al giorno da almeno dieci anni e che da un giorno all’altro sono costretti a smettere. Saranno coinvolti 126 pazienti per due mesi, con una successiva verifica dopo sei mesi. Un gruppo cercherà di smettere di fumare con il solo ausilio del counseling psicologico, l’altro utilizzerà anche la sigaretta elettronica, in questo caso laT-Fumo, che ha superato tutti i test di sicurezza a livello europeo e che non contiene tracce di nicotina.
Francesca Gambarini – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 24 maggio 2011

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